I sindacati: «Le aziende premono per riaprire»
L’emergenza Coronavirus. Voltolini (Cisl): «Troppi gli 80 dipendenti che lavorano all’Iveco» La Uil chiede un sussidio per i lavoratori senza diritti. Noi Techpark e Idm in aiuto alle imprese
Bolzano. Mondo del lavoro alle prese con l’emergenza. Tanti i fronti aperti. Prendi le aziende: ci sono le grandi con il persone in cassa integrazione - a parte quelle che possono operare per legge - poi le piccole che spesso sfuggono anche all’occhio del sindacato, perché senza rappresentanze sindacali al loro interno. Claudio Voltolini, segretario altoatesino della Fim/Cisl monitora la situazione. «Molte aziende chiedono di lavorare e fanno apposita richiesta al prefetto, ma in molti casi non mi sembra che il loro operato rientri tra quelli previsti per la prosecuzione dell’attività», spiega Voltolini. «All’Iveco, poi circa 80 dipendenti sono al lavoro e di questi una ventina per lavorazioni destinate all’estero. Anche qui c’è da chiedersi se sia assolutamente necessario», ancora Voltolini, ricordando inoltre che per chi è stato messo in ferie obbligate, «la legge non prevede che per l’emergenza si utilizzino ferie del 2020».
Noi Techpark.
In una fase in cui società e mondo economico sono colpiti da Covid-19, Noi Techpark ha voluto fare la sua parte. Ha così attivato “Reagire alla crisi”, un portale online dedicato alle aziende con risorse e servizi per supportarle nell’emergenza. Specialisti di innovazione e gestione delle crisi forniranno consulenze personali agli imprenditori; dei webinar – appositamente sviluppati con organizzazioni partner – forniranno gli impulsi dei migliori esperti per reagire ed entrare in azione, cogliendo le opportunità offerte dal momento; e ancora un’ampia offerta di strumenti e consulenti digitali, così come una selezione di approfondimenti di scenario, podcast e notizie. Il tutto gratuitamente, per la massima parte dei servizi offerti. «Noi è sinonimo di adattabilità. – afferma Ulrich Stofner, direttore di Noi Techpark – Sentiamo la responsabilità di rispondere immediatamente, supportando le aziende, e per questo mettiamo a disposizione tutta la nostra rete e le nostre competenze».
Idm Alto Adige.
Di cosa ha bisogno l’Alto Adige per poter ripartire economicamente nonostante la crisi? E quando verranno prese le misure necessarie per raggiungere questo obiettivo? Queste sono le tematiche principali affrontate dall’iniziativa “Restart Alto Adige”, a cui Idm Alto Adige sta lavorando insieme ai più importanti settori e rappresentanti dell’economia locale. L’obiettivo è quello di sostenere l’economia altoatesina e uscire dalla crisi il più velocemente possibile e anche più forti di prima. Secondo il direttore generale Idm, Erwin Hinteregger, uno dei punti focali del piano d’azione “Restart Alto Adige” è una campagna internazionale nei nostri mercati principali con un’ampia portata e un forte potere di penetrazione. Allo stesso modo sarà attuata una campagna in Alto Adige con lo scopo di rafforzare i cicli locali e potenziare così i prodotti e i servizi altoatesini, oltre a sfruttare più intensamente le sinergie nel nostro mercato. Un altro obiettivo è quello di sostenere con misure concrete le aziende altoatesine che operano nel settore dell’export, proponendo ad esempio eventi alternativi alle tradizionali fiere, nuove piattaforme e molto altro ancora.
Sussidio al reddito.
«Ricordiamo che gli importi massimi par la cassa integrazione sono su nelle due fasce nette: 939,89 euro o 1.129,66 euro mensili», così la Uil. «All’assessore Achammer abbiamo chiesto, unitariamente come organizzazioni sindacali, che la Provincia di Bolzano si impegni a garantire un sussidio al reddito a tutti coloro che non rientrano nella sfera di applicazione dell’accordo sulla cassa integrazione o che non hanno altri strumenti di ammortizzartore sociale (Cigo, Cigs, minimo vitale,...), in particolare per i lavoratori e le lavoratrici stagionali che non hanno diritto alla Naspi», chiude il segretario altoatesino, Toni Serafini. La Provincia sta lavorando in tal senso.M.D.