La crisi

«Mancano le materie prime, molte aziende si fermeranno» 

Heiner Oberrauch, presidente di Assoimprenditori: «Ci aspettiamo arrivino parecchie richieste di cassa integrazione». La Cna: «Prezzo calmierato alla pompa per i tassisti». Il governatore Arno Kompatscher: «Non possiamo intervenire, rinunciando alle accise»


Antonella Mattioli


BOLZANO. «Ci aspettiamo che nelle prossime settimane arrivino parecchie richieste di cassa integrazione. I settori più colpiti dalla mancanza di materie prime, in questo momento, sono quello della componentistica per auto e l’alimentare. Il primo sconta in particolare la mancanza di cavi che arrivano dall’Ucraina e microchip dall’Asia; il secondo paga le difficoltà, sempre maggiori, per il reperimento di grano di cui l’Ucraina è uno dei principali produttori mondiali. Quel Paese, martoriato dalla guerra, è anche il principale esportatore di girasole che è la base di numerose produzioni alimentari e non».

Heiner Oberrauch, presidente di Assoimprenditori, è preoccupato perché teme che a breve debbano fermarsi o almeno rallentare la produzione diverse aziende - il settore alimentare conta 3 mila addetti in Alto Adige; quello dell’auto 10 mila - penalizzate non solo dall’aumento dei costi ma addirittura dalla mancanza di materie prime cui si aggiunge l’esplosione dei prezzi dell’energia e dei carburanti.

«Al momento - spiega Giuseppe Pelella, segretario della Uilm - a chiedere la cassa integrazione per otto settimane è solo la “Faustig” di Varna, specializzata nella produzione di lampadari di lusso, a causa della cancellazione di ordini e commesse per la Russia. Abbiamo chiesto un incontro con la proprietà, ma la situazione è molto complicata per tutte le imprese». Per affrontare uno dei momenti più critici del dopoguerra, il presidente di Assoimprenditori chiede che, temporaneamente, venga tolta la tassa sul CO2, ovvero il sovraprezzo per l’energia non pulita. «Contemporaneamente - dice - dobbiamo puntare, con decisione e in maniera strutturale, sulle energie rinnovabili per ridurre l’inquinamento che sta distruggendo l’ambiente. Inoltre, prima la pandemia e adesso la guerra, ci impongono di riportare in Europa le produzioni di materie prime strategiche per evitare altri shock per il settore industriale. Se vogliamo restare competitivi come imprese e dare un po’ di respiro alle famiglie, vanno anche ridotte le tasse sul lavoro».

Gli aumenti stratosferici dei costi di materie prime e carburanti, sono stati al centro anche dell’incontro dell’assessore Arnold Schuler con Stefano Patuanelli, ministro delle politiche agricole, Roberto Cingolani, ministro della transizione ecologica, e la sottosegretaria Vannia Gava, nell’ambito della riunione della Conferenza delle Regioni. L’assessore ha evidenziato la difficile situazione del settore agricolo a causa dell’aumento dei costi dell’energia, al quale si sono aggiunte le conseguenze della guerra in Ucraina in termini di approvvigionamento e di mercato. La commissione che si occupa di politiche agricole ha avanzato alcune proposte su diversi temi, dalla contribuzione straordinaria per il settore, al rinvio della nuova Pac, dalla diminuzione delle accise allo sblocco di tutti i pagamenti sospesi e possibili moratorie o rinegoziazioni dei debiti.

La Cna Fita regionale chiede un adeguamento delle tariffe ai costi e carburante professionale scontato, perché il prezzo del carburante sta mettendo in ginocchio anche tassisti e imprese di trasporto.

Secondo la Cna Fita bisogna prevedere l’introduzione del cosiddetto “carburante professionale”, con prezzo calmierato alla pompa, e un credito d’imposta sui costi di acquisto del carburante stesso. Forte preoccupazione per l’incremento dei costi dell’energia viene espressa anche dal direttore dell’Unione commercio Philipp Moser: «Gli aumenti sono del 160% rispetto al 2021: graveranno su famiglie e imprese. Bisogna investire con forza sulle energie alternative».

Intanto a chi come il presidente di Anita Thomas Baumgartner chiede di intervenire sulle accise (l’Alto Adige incassa circa 180 milioni l’anno)per ridurre i costi del carburante, il governatore Arno Kompatscher risponde che non è possibile: «Per una questione giuridica e perché la Provincia non può rinunciare a centinaia di milioni».













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