le previsioni

Manifattura frenata da rincari e difficoltà di approvvigionamento in Alto Adige

Il volume d’affari crescerà ma resta l’incertezza. Lo prevede il Barometro dell’economia dell’Istituto di ricerca economica della Camera di commercio di Bolzano (foto Ansa)



TRENTO. Il clima di fiducia nel settore manifatturiero altoatesino rimane moderatamente positivo. Al momento della rilevazione a fine febbraio, quasi nove imprese su dieci confidavano in una redditività quantomeno soddisfacente nel 2022. Il volume d’affari crescerà anche quest’anno, ma vi è forte incertezza a causa dell’esplosione dei costi di materie prime, semilavorati ed energia. Ciò emerge dal Barometro dell’economia dell’IRE – Istituto di ricerca economica della Camera di commercio di Bolzano.

l’85 percento delle imprese che si dichiarano soddisfatte della redditività conseguita nell’esercizio 2021. La rapida ripresa del settore durante lo scorso anno è stata caratterizzata da un buon andamento dei fatturati, in crescita per quasi due terzi delle imprese. I più recenti dati sui volumi di vendita, riferiti al mese di dicembre, indicano un incremento di oltre il dieci percento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. La dinamica della domanda è stata favorevole soprattutto sul mercato locale altoatesino e sui mercati esteri: nel 2021 il valore complessivo delle esportazioni dall’Alto Adige (esclusi i prodotti agricoli) è stato pari a 5,1 miliardi di euro, con un incremento del 17,9 percento rispetto al 2020 e del 12,3 percento rispetto al 2019. Il settore ha però risentito delle difficoltà di approvvigionamento di materiali, che in molti casi hanno comportato ritardi nelle consegne e maggiori costi. La ripresa degli investimenti è stata solamente parziale, frenata delle incertezze legate al rincaro delle materie prime e dell’energia.

Queste criticità sono destinate a protrarsi anche nell’anno in corso: nel breve periodo l’impennata dei costi imporrà nuovi adeguamenti dei prezzi di vendita per preservare i margini di redditività. Anche a causa di questi aumenti di prezzo, la dinamica dei fatturati dovrebbe rimanere espansiva e al momento della chiusura dell’indagine, alla fine di febbraio, l’89 percento delle imprese manifatturiere altoatesine confidava in un risultato d’esercizio quantomeno soddisfacente anche nel 2022. Coerentemente con l’andamento della domanda, l’occupazione nel settore manifatturiero dovrebbe confermarsi in crescita. A gennaio il numero di collaboratori dipendenti risultava pari a oltre 34.100 unità e superiore dell’1,2 percento rispetto allo stesso mese dell’anno scorso.

Si osserva, tuttavia, una notevole eterogeneità per quanto riguarda le aspettative espresse dalle singole branche. L’ottimismo prevale nel comparto della fabbricazione di prodotti tessili e di abbigliamento, dove quasi tutte le imprese confidano in una redditività quantomeno “soddisfacente” e nel 40 percento dei casi davvero “buona”. Decisamente più modeste appaiono le attese nel comparto alimentare, con oltre un quinto delle imprese che prevedono anche per il 2022 un risultato d’esercizio insoddisfacente. Caute sono anche le previsioni di redditività formulate nella branca della stampa e in quella della produzione di materiali edili.

Il Presidente della Camera di commercio di Bolzano, Michl Ebner, sottolinea la forte incertezza che ancora una volta le imprese altoatesine devono fronteggiare: “Le continue fluttuazioni dei prezzi dell’energia, recentemente esasperate dallo scoppio della guerra russo-ucraina, costituiscono un notevole elemento di incertezza con cui le imprese devono misurarsi. Particolarmente colpito è il settore manifatturiero, che deve fare i conti anche con ritardi nelle forniture e scarsità di materie prime e semilavorati.”

Nota: Il settore manifatturiero comprende tutte le attività connesse con la produzione di beni, come ad esempio alimentari, tessuti e abbigliamento, oggetti in legno e mobili, prodotti chimici e farmaceutici, materie plastiche, prodotti in metallo, macchinari, apparecchiature, veicoli, ecc.

Claudio Corrarati, Presidente CNA-SHV Trentino-Alto Adige rileva: “Il settore manifatturiero è tra quelli più esposti alla fase di incertezza che stiamo vivendo. Le necessità prioritarie per le imprese sono un abbassamento dei costi dell’energia e il reperimento delle materie prime. La vera sfida dei prossimi mesi sarà quella di riuscire a monitorare la capacità di accesso al credito delle aziende, messe duramente alla prova dalla delicata situazione attuale.”

Martin Haller, presidente lvh.apa, commenta: “La carenza di materie prime, i ritardi nelle consegne e l’enorme aumento dei prezzi dell’energia incidono negativamente sulla competitività delle aziende, soprattutto delle piccole imprese familiari. Inoltre, l’impossibilità di pianificare con certezza frena la propensione ad investire. Le imprese hanno disperatamente bisogno di un quadro affidabile su cui basare la pianificazione.”

Heiner Oberrauch, presidente Assoimprenditori Alto Adige, afferma: “Guerra, costi energetici crescenti, carenza di materie prime, pandemia, cambiamento climatico: stiamo affrontando più crisi in una. In questo contesto dobbiamo restare competitivi. Servono soluzioni a livello europeo e una politica industriale che riduca la dipendenza energetica e nella produzione di materie prime strategiche. Come imprese possiamo contribuire con investimenti e soluzioni innovative.”













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