economia

Mercato del lavoro in ripresa nel semestre estivo in Alto Adige. Achammer: “Serve immigrazione qualificata a lungo termine”

Un incremento dell'occupazione del 4,3 per cento rispetto all'anno scorso, ma solo dello 0,2 per cento rispetto al 2019



BOLZANO. L'Osservatorio del mercato del lavoro provinciale ha presentato il Rapporto sul mercato del lavoro dell'Alto Adige 2021/2. Il periodo da maggio a ottobre 2021 ha fatto registrare un aumento record dell'occupazione pari al 4,3 per cento rispetto agli ultimi 23 semestri estivi. Tuttavia, se le cifre vengono confrontate con il periodo pre-pandemico maggio-ottobre 2019, l'aumento ammonta solo allo 0,2 per cento con un calo del 3,3 per cento nel settore dell'ospitalità. La crescita è quindi classificata al livello arancione.

I dati e le cifre dell'ultimo rapporto sul mercato del lavoro sono stati presentati al Palazzo provinciale 1 di Bolzano dall'assessore provinciale, Philipp Achammer, e dal direttore della Ripartizione provinciale lavoro, Stefan Luther. Il rapporto fornisce risposta alla domanda se le perdite occupazionali causate dalla pandemia - in termini di occupazione dipendente - sono state recuperate e se è stato raggiunto un ritorno alla normalità. A questo scopo, i dati attuali sono stati per la prima volta confrontati non con quelli del periodo dell'anno precedente, ma con il periodo pre-pandemico del 2019.

Secondo l'assessore Achammer "la normalità - ossia il livello di occupazione del periodo pre-pandemico - è stata raggiunta quasi ovunque". E' stata la crescita, e non in assoluto il livello del mercato del lavoro, ad aver fatto registrare valori al di sotto di quanto visto fino al 2019, ha detto. Achammer ha sottolineato che la disoccupazione è tornata quasi al livello del 2019, ma i gruppi di popolazione più in difficoltà nell'inserimento lavorativo non hanno beneficiato dell'accresciuta domanda di forza lavoro. In particolare secondo Achammer "un'attenzione speciale deve essere prestata ai disoccupati più anziani e a quelli di lunga durata, così come ai lavoratori a tempo determinato" ha detto. Questi ultimi sono stati coloro che hanno pagato le conseguenze più gravi del periodo pandemico.

L'assessore provinciale Achammer ha anche sottolineato come la "carenza di lavoratori qualificati abbia colpito in modo consistente l'Alto Adige". Quindi, anche in vista dello sviluppo demografico futuro, "l'immigrazione qualificata a lungo termine sarà necessaria se vogliamo mantenere il livello dei servizi e della produzione".













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