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Stretta sulle emissioni, oltre 50 aziende chiedono all’Ue di non fare retromarcia

Uber, Volvo e Ikea: «Massicci investimenti già avviati, mantenere lo stop del 2035»



ROMA. Nessuna retromarcia sulla stretta alle emissioni CO2 di auto e furgoni che dal 2035 vieterà l'immissione in commercio di auto a combustione interna. A chiederlo un gruppo di 50 tra aziende e produttori di auto - tra cui Uber, Tesco, Volvo e Ikea - che in una lettera si appellano ai decisori politici di Bruxelles "a non riaprire nel 2026 gli standard di CO2 per auto e furgoni recentemente adottati, mantenendo così l'obiettivo del 100% di auto a zero emissioni nel 2035".

Un obiettivo considerato "fattibile e necessario", si legge nella lettera. La richiesta arriva a pochi giorni dall'iniziativa del ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso per chiedere a Bruxelles di anticipare la clausola di revisione del regolamento e dar vita a un fondo dedicato con risorse per accompagnare la transizione della filiera, per evitare di rivedere il target al 2035. I firmatari ricordano che "molti di noi hanno investito massicciamente per trasformare in realtà questo impegno imperativo per il clima. Le norme Ue sulle emissioni di CO2 per auto e furgoni forniscono una direzione chiara che consente alle aziende di concentrarsi sulla trasformazione necessaria", sottolineano. Il regolamento in questione fornisce la "necessaria visibilità degli investimenti e della pianificazione alle aziende dell'intera catena del valore del settore automobilistico".













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