Milano. <mc>[testo]fissata l'asticella dell'npe ratio, ovvero il rapporto tra crediti deteriorati e il totale dei crediti erogati, all'8,2%, messa a regime nel triennio la banca unica con la fusione delle sette banche rete nella capogruppo e impressa quell'accelerazione richiesta dalla bce sul taglio degli npl, ubi banca si prepara a svelare il nuovo piano industriale. la data fissata per il via libera da parte del consiglio e la presentazione è il prossimo 17 febbraio. una settimana dopo che il board, il 10 febbraio, avrà approvato il bilancio. aperto il 2020 con un record di ordini (oltre 6 miliardi) per un subordinato da 400 milioni e raggiunto l'accordo sul ricambio generazionale con i sindacati, ubi è chiamata ad un nuovo sforzo col mercato che si attende sia protagonista di un ulteriore e necessario consolidamento del settore. un destino, quello della banca guidata da victor massiah, legato in qualche modo al banco bpm che svelerà il nuovo piano i primi di marzo e che più di un osservatore vede come il naturale interlocutore per un matrimonio. sul tema il consigliere delegato di ubi ha le idee chiare: «le fusioni non si improvvisano perché la storia dimostra che non tutte le aggregazioni sono state di successo», ha spiegato in un'intervista nei mesi scorsi massiah. analisi che passano attraverso l' «approfondita valutazione di due elementi». da una parte ci sono «i nuovi principi contabili internazionali» che «impongono di spesare interamente all'inizio i costi di fusione che riguardano gli esuberi di personale». dall'altra c'è «un'attenta valutazione dei modelli interni di rating delle banche coinvolte e l'impatto della loro armonizzazione sugli indici di capitalizzazione». le banche d'affari americane hanno scommesso sull'apertura di una nuova stagione di risiko nel settore bancario.