Capitale cultura, Brescia e Bergamo unite da 80mila sciarpe

(ANSA) - ROMA, 04 GIU - Brescia e Bergamo unite per la Capitale della cultura e legate da 80mila strisce in tessuto che hanno collegato i due territori. Sul ponte di Paratico che collega Brescia e Bergamo è scattata la catena umana alla presenza di 23 sindaci. "Hanno risposto in tanti anche se purtroppo la pioggia non ha sicuramente aiutato. Il successo di questa manifestazione sta già nelle ottantamila strisce realizzate da Vivi Vittoria con la scopo di raccogliere fondi da destinare a chi ancora oggi porta i segni della pandemia", ha commentato il sindaco di Bergamo Giorgio Gori. "È stata una grande emozione. Brescia e Bergamo hanno lavorato molto per l'anno della Capitale. Questa giornata testimonia ancora la volontà e la forza delle nostre comunità per uscire dalla crisi del covid. Questo abbraccio corale, anche fisico, ci dice che grazie alla solidarietà ce l'abbiamo fatta", ha aggiunto il sindaco di Brescia Laura Castelletti. (ANSA).





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Capitale cultura, Brescia e Bergamo unite da 80mila sciarpe

(ANSA) - ROMA, 04 GIU - Brescia e Bergamo unite per la Capitale della cultura e legate da 80mila strisce in tessuto che hanno collegato i due territori. Sul ponte di Paratico che collega Brescia e Bergamo è scattata la catena umana alla presenza di 23 sindaci. "Hanno risposto in tanti anche se purtroppo la pioggia non ha sicuramente aiutato. Il successo di questa manifestazione sta già nelle ottantamila strisce realizzate da Vivi Vittoria con la scopo di raccogliere fondi da destinare a chi ancora oggi porta i segni della pandemia", ha commentato il sindaco di Bergamo Giorgio Gori. "È stata una grande emozione. Brescia e Bergamo hanno lavorato molto per l'anno della Capitale. Questa giornata testimonia ancora la volontà e la forza delle nostre comunità per uscire dalla crisi del covid. Questo abbraccio corale, anche fisico, ci dice che grazie alla solidarietà ce l'abbiamo fatta", ha aggiunto il sindaco di Brescia Laura Castelletti. (ANSA).

Bozzetto,Piero Angela manca tanto ha indicato strade a tutti

(ANSA) - ROMA, 03 GIU - "Piero Angela mi manca davvero tanto". Gli occhi si fanno lucidi e pensosi e si capisce che non sono frasi di circostanza quelle che dice Bruno Bozzetto davanti alla platea di Cartoons on The Bay a Pescara. "Era una persona davvero meravigliosa, non ci rendiamo ancora bene conto di quante e quali porte ha aperto, quali strade ha indicato. La nostra collaborazione è cominciata perché quando leggevo i suoi libri, io vedevo dei film, dei veri film nella mia mente. Allora gliel'ho scritto. Lui mi conosceva e quando gli hanno dato Quark mi ha chiamato. Abbiamo fatto una prova e sono nate le famose pillole. Dieci anni di collaborazione, senza mai una discussione. Davvero il lavoro più bello della mia vita. Ancora la gente mi ferma e mi dice che grazie a Quark ha capito tante cose oppure ha scelto di fare il chimico o lo scienziato o qualche altra cosa. Un po' mi sento partecipe anche io... La spiegazione era sua, io ci ho messo il sorriso". Bozzetto dice anche che la sua passione sono i libri. "Leggo molto - dice - ma dimentico tutto. Leggere è un modo importatntissimo per uscire dal proprio mondo e conoscere mondi diversi. Vedo tanti lungometraggi (Woody Allen, i fratelli Cohen, Stanley Kubrick i miei preferiti). Adoro le ficition di Montalbano ma ho letto tutti i libri di Camilleri, anche quelli senza il commissario". Ma soprattutto è convinto che ogni cosa può fare da stimolo. "Consiglio sempre - dice - di copiare ogni volta tutto , anche quello che non vi piace. Anche una cosa che odiate vi lascia qualcosa, anche la cosa stupida può influenzarti". (ANSA).

Usa: l'attore Danny Masterson colpevole di stupro

(ANSA) - WASHINGTON, 01 GIU - L'attore americano Danny Masterson, star della serie tv 'That '70s show', è stato ritenuto colpevole da una giuria di Los Angeles di due su tre capi di imputazione per stupro. Ora rischia sino a 30 anni di prigione. Ad accusarlo tre donne, tutte ex aderenti alla Chiesa di Scientology, di cui Masterson era un esponente in vista: circostanza che, secondo l'accusa, l'avrebbe aiutato ad evitare ogni forma di responsabilità. Gli episodi contestati sarebbero avvenuti nella sua casa a Hollywood tra il 2001 e il 2003. Una precedente giuria non era stata in grado di raggiungere il verdetto nel dicembre del 2022, ma i procuratori hanno insistito con nuove prove, che hanno portato a un secondo processo. (ANSA).

Distacco pezzi di pietra dentro la Cupola del Brunelleschi

(ANSA) - ROMA, 31 MAG - Un distacco di pezzi di pietra si è verificato all'interno della Cupola del Brunelleschi venerdì sera scorso, quando l'ultimo gruppo di turisti era uscito. Nessun è rimasto ferito tra gli addetti del celebre monumento. E' quanto riportano oggi Repubblica e Tirreno, richiamando alla memoria quanto accaduto il 19 ottobre 2017 nella basilica di Santa Croce: un turista morì, colpito da un frammento di pietra distaccatosi da un capitello. Secondo una prima ricostruzione, riferiscono i giornali, il danno ha interessato uno degli oblò che sovrastano la scala che porta alla cima della Cupola, nel tratto più ripido e basso: due i pezzi di pietra che sarebbero caduti. Testimoni dell'accaduto due addette alla sorveglianza, dipendenti della Rear che detiene l'appalto del servizio. Sul posto è intervenuta la squadra tecnica dell'Opera di Santa Maria del Fiore. "Le prime verifiche, effettuate nell'immediatezza dell'accaduto, non hanno evidenziato rischi per il monumento - ha dichiarato il direttore generale Lorenzo Luchetti -. E anche le ulteriori verifiche tecniche con personale interno dell'Opera, effettuate la mattina successiva, hanno permesso di escludere la possibilità di ulteriori distacchi. Per questo è stato possibile riaprire il monumento in totale assenza di rischi". L'accesso alla Cupola, sabato mattina, è rimasto interdetto fino alle 10, per poi riprendere normalmente. Preoccupati i sindacati. "Non siamo certi che ci siano le condizioni di sicurezza minime almeno fino a che l'Opera non ci permette di prendere visione della relazione redatta dopo il sopralluogo e l'intervento. Abbiamo chiesto l'accesso alle informazioni ma ci è stato negato" dichiara Beppe Martelli di Filcams-Cgil. Oggi, al termine di un confronto, le rappresentanze decideranno se indire o meno lo stato di agitazione e "se sarà necessario anche uno sciopero" afferma Martelli. (ANSA).

E' morto Paolo Portoghesi

(ANSA) - ROMA, 30 MAG - E' morto questa mattina nella sua casa di Calcata vicino Roma dove viveva da molti anni l'architetto Paolo Portoghesi, 92 anni. Lo conferma all'ANSA l'architetto Luca Ribichini professore della Sapienza. Lucido fino alla fine stava scrivendo un libro sulla bellezza. Docente universitario, progettista di fama, teorico, Portoghesi è stato il principale esponente in Italia del Postmodernismo. Tra i suoi tantissimi lavori, la moschea di Roma, Casa Papanice, sempre nella capitale, e la Chiesa della Sacra Famiglia di Salerno. In tanti anni di carriera con una personalità poliedrica e impegni che hanno spaziato dal lavoro storico-critico alla progettazione, dall'insegnamento universitario alle cariche istituzionali (nel 1979 direttore architettura della Biennale di Venezia della quale poi è stato presidente dal 1983 al 1993), Portoghesi ha visto realizzati moltissimi dei suoi progetti, disegnando e costruendo di tutto in Italia e all'estero. L'elenco è lungo, dalla Casa Baldi del 1959 alla moschea di Roma, forse la sua opera piu' nota, passando per i complessi residenziali dell'Enel di Tarquinia, l'Accademia di Belle Arti dell'Aquila, il teatro di Catanzaro. Suo anche il restauro della piazza del Teatro alla Scala di Milano, mentre fra i lavori per l'estero ci sono residenze (Berlino), giardini (Montpellier), alberghi, fast food (Mosca), la moschea di Strasburgo. ''Dovendo scegliere tre che mi rappresentano, indicherei la chiesa della Sacra famiglia a Salerno (1974), la piccola chiesa di San Cornelio e Cipriano a Calcata (2009) e la moschea di Roma (1995)'', spiegò lui anni fa in un'intervista all'ANSA. "Ma non solo, perché i progetti sono un po' tutti figli, ogni tanto li vado a trovare''. Da molti anni, insieme alla moglie Giovanna Massobrio, anche lei architetto, viveva nel borgo medievale di Calcata, alle porte della capitale in una grande e bella casa immersa in un giardino maestoso pieno di animali e abbellito da piante secolari dove aveva trovato posto anche la sua biblioteca e dove ha ospitato spesso anche i gli studenti di geoarchitettura, il corso che ha tenuto per anni alla Sapienza. Nel 2016 ha donato il suo archivio al Maxxi. L'ultimo lavoro realizzato è del 2019, la concattedrale di Lamezia Terme, un'opera che appare un po' la summa di tutte le sue riflessioni sul sacro, con gli svettanti campanili in acciaio corten che citano la Sagrada Famiglia di Gaudì e la facciata che quasi sembra abbracciare i fedeli invitandoli a entrare. Amareggiato per le condizioni di degrado di Casa Papanice, Portoghesi era in queste settimane al lavoro su un Manifesto per la conservazione delle opere architettoniche contemporanee. "Resta un tabù", spiegava, sottolineando battagliero le responsabilità dei politici ma anche degli stessi architetti: "Casa Papanice era un ritorno alla natura e alla bellezza, voleva differenziarsi in modo netto dalle architetture che la circondavano. Voleva essere una profezia della città nuova. Ecco, questa è l'innovazione che, forse, è la cosa che meno è stata compresa". (ANSA).

Valerio Lundini, in tv fuggo la monotonia

di Daniela Giammusso (ANSA) - ROMA, 28 MAG - "L'ansia di essere 'uno che fa ridere' è terribile. Perché poi, appena sei in un momento giù di morale, la gente dice 'ah, e questo dovrebbe simpatico?'. Ecco io non voglio avere questa ansia da prestazione. Parafrasando la serie Boris, 'io voglio essere Gifuni'". Ascoltare Valerio Lundini che si racconta è venire inondati da un fiume di parole, citazioni, battute nascoste tra le parole, non sense surreali quanto esilaranti, autoironia e sterzate improvvise. Un po' come lo abbiamo conosciuto su Rai2 in Una pezza di Lundini, programma ormai cult (anche sul web) condotto con Emanuela Fanelli. E come è in teatro, in queste settimane, nel suo one man show Il mansplaining spiegato a mia figlia" (prossime date, dal 31 maggio al 4 giugno al Franco Parenti di Milano, il 5 agli Arcimboldi sempre a Milano e il 14 giugno alla Cavea dell'Auditorium Paco della musica di Roma). Uno spettacolo che gira da ormai tre stagioni e continua a registrare sold out. "Farlo tante volte aiuta a miglioralo - racconta lui all'ANSA - Il problema, semmai, sarà il nuovo spettacolo. Dovrei fare decine di repliche di nascosto per farlo funzionare così bene, ma come si fa?". Dal debutto a oggi, sono cambiate molte cose. "A livello sociale, si: guerre, carestie, la pandemia. Ma di quelle spero di non dovermi ritenere responsabile. Non ho tutto questo potere - dice serio - Nello show, invece, ho tolto, aggiunto. È una versione teatrale di quello che potrebbe accadere in un concerto: un susseguirsi di situazioni, gag, trovate, monologhi e anche un paio di canzoni. Sono varie storie, legate fra loro da una follia surreale. Quest'estate dovrei alcune date anche con I VazzaNikki, band con cui suoniamo da 15 anni". Cresciuto a pane e Adriano Celentano in coppia con Renato Pozzetto, ma anche Totò e Nino Manfredi, "è con Leslie Neilsen e Una pallottola spuntata che alle elementari ho scoperto quale era il tipo di comicità che amavo", racconta. Lui, invece, al cinema ha preferito scegliere un ruolo diverso accanto a Sergio Castellitto ne Il più bel secolo della mia vita, film diretto da Alessandro Bardani. Una "commedia agrodolce", distribuita nella prossima stagione da Lucky Red, che in un viaggio Bassano Del Grappa-Roma porta sul grande schermo la legge tutta italiana che impedisce ai figli non riconosciuti di sapere l'identità dei genitori naturali se non al compimento dei 100 anni. Proprio l'età di Castellitto nel film. "Dopo quattro ore di trucco al giorno, non sembrava neanche di recitare accanto a lui - racconta Lundini - Se fosse stato un ruolo comico non so se avrei accettato. Non mi fido di come fanno ridere le altre persone. La popolarità? Se davvero l'ho raggiunta, ho avuto la fortuna che è accaduto quando ero già grandicello. Oggi, purtroppo mi vivo le cose più strane. Una volta mi è entrata un'ape in bocca mentre ero sul monopattino. Ho cominciato a sputare per buttarla fuori e non mi sono accorto che davanti a me c'era un signore che mi aveva riconosciuto e mi fissava inorridito. Ecco, certe figuracce, un tempo, quando nessuno mi conosceva, le avrei fatte più serenamente". Ma la tv? "Tornerò, ma non è previsto con lo stesso programma - risponde - Di tanti ospiti accolti nessuno mi ha detto mai di 'no'. Quando mi è venuto in mente che sarebbe stato interessante avere Roberto Saviano, lui è venuto. J-Ax, che mi aveva citato in una sua canzone, mi ha risposto 'sicuro, che voglio venire'. Certo, il Papa non è venuto, ma non gliel'ho mai neanche chiesto - prosegue - Ho sempre pensato di fare una cosa che avremmo visto in cinque, invece non era così. Ma ho preferito fermarmi, per non cadere nella monotonia del 'già visto'. Meglio tornare con qualcosa di diverso. E sto già scrivendo alcune cose". (ANSA).

Omaggio a Letizia Battaglia, paladina dei diritti civili

(ANSA) - ROMA, 27 MAG - Le Terme di Caracalla ospitano dal 27 maggio al 5 novembre la mostra 'Letizia Battaglia Senza Fine', un omaggio alla fotografa siciliana paladina dei diritti civili, scomparsa poco più di un anno fa. "Letizia Battaglia rappresenta un connubio esemplare tra impegno civile, sentire sociale e sguardo artistico - spiega Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma - e nel trentesimo anniversario dell'anniversario degli attentati a San Giovanni in Laterano e a San Giorgio al Velabro la Soprintendenza le dedica questa mostra, inaugurando due nuovi ambienti delle Terme di Caracalla, per dimostrare come le sue immagini raccontino a tutto tondo un'epoca entrando a pieno titolo nella storia della fotografia". L'esposizione 'Letizia Battaglia senza fine' riunisce 92 fotografie di grande formato e numerosi documenti che riassumono cinquant'anni del lavoro fotografico (1971-2020) di Letizia Battaglia con immagini iconiche, meno conosciute e alcune inedite. E' un omaggio al lavoro coraggioso e caparbio della fotografa, dagli albori della sua carriera tra Milano e Palermo fino all'ultima produzione, prima della sua scomparsa del 13 aprile 2022. "Con questa mostra si allargano gli spazi di fruizione per i visitatori - dichiara Mirella Serlorenzi, direttore del sito - la Soprintendenza ha ripristinato un ingresso originale alla palestra occidentale e nell'altra sala, con la vasca, individuato il sistema di riscaldamento e un lacerto di mosaico geometrico". L'allestimento dell'esposizione rende omaggio a un'altra grande artista, l'architetta Lina Bo Bardi: a lei si devono gli espositori in lastre di cristallo temperato del Museo de Arte de São Paulo, in Brasile; e ai suoi famosi cavaletes del 1968 si ispirano le strutture espositive delle fotografie di Letizia Battaglia. La mostra, curata da Paolo Falcone e organizzata da Electa in collaborazione con l'Archivio Letizia Battaglia, si inserisce nel Caracalla Festival 2023 del Teatro dell'Opera: il 25 e il 28 luglio e l'1 agosto al Teatro del Portico si terranno degli incontri dedicati a Letizia Battaglia e alla ricorrenza dell'attentato. "Sono emozionato - ha dichiarato Francesco Giambrone, Sovrintendente del Teatro dell'Opera di Roma - che il Caracalla Festival ospiti la mostra di Letizia Battaglia che ha dedicato tutta la sua vita all'impegno civile e politico e alla fotografia". (ANSA).

Marracash, 'a Marrageddon più grande show hiphop in Italia'

(ANSA) - MILANO, 26 MAG - "Lo dico senza falsa modestia: il pubblico di Marrageddon dovrà aspettarsi lo show hiphop più grande di tutti i tempi in Italia". Così il rapper Marracash, parlando del festival ideato e diretto da lui, in arrivo il prossimo autunno con il debutto all'Ippodromo Snai La Maura di Milano. "Lo dico per le persone, per il palco gargantuesco e per l'ambizione, che è quella di portare una cosa che qua non c'è". L'artista ne ha parlato all'ANSA in occasione di una performance in collaborazione con Belvedere Vodka a Milano, spiegando che "il livello di maturità e l'importanza di questo genere nella musica italiana, anche semplicemente nelle classifiche o nei grandi eventi come Sanremo e il Premio Tenco, è giusto celebrarlo con un festival che non abbia niente da invidiare a Festival Rock o ad altre grandi occasioni che all'hiphop non sono mai toccate". L'idea, dunque, "è quella di celebrare questa cosa nel modo più grande, cercando sempre di elevare questa musica". I successi degli ultimi anni sono stati senz'altro "una grande soddisfazione e un orgoglio. Al tempo stesso - osserva il rapper - porto a casa anche una nuova libertà che penso di essermi conquistato con 'Persona', il disco di questa esplosione, che in qualche modo mi ha anche liberato dai cliché di genere permettendomi di fare anche della musica finalmente completamente mia. Penso che questo, per un artista, sia uno dei risultati più desiderabili". Il risultato, dunque, è quello di avere "guadagnato uno status che mi permette un po' di fare quello che voglio e anche di avere una rilevanza nel mainstream, ma secondo le mie regole, facendo una musica che è solo mia". (ANSA).









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Il caso

Swr-Ea è solidale con Oberalp per la questione delle mascherine

«Da quattro anni l'azienda attende il rimborso della somma anticipata di circa 30 milioni di euro e questo ha messo in difficoltà l'azienda di famiglia. Lasciare al freddo un'azienda altoatesina, che voleva aiutare in una situazione di emergenza, non corrisponde al concetto di affidabilità e fiducia reciproca tra amministrazione pubblica e imprese»

TRIBUNALE. Il gruppo Oberalp fa causa all'Asl di Bolzano
L'ARCHIVIAZIONE. Archiviate le indagini sull’acquisto delle mascherine per l’Azienda Sanitaria

IL CASO Mascherine importate dalla Cina, Oberalp: "Nostro contributo nell'emergenza”
INCIDENTE PROBATORIO Indagine sulle mascherine cinesi, la difesa contesta la perizia



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