F1: il Mondiale parte,Hamilton insegue record Schumi

(ANSA) - ROMA, 11 MAR - Sarà ancora l'anno di Lewis Hamilton che punta ad eguagliare il record dei 7 Mondiali di Schumacher oppure l'anno della Ferrari che dal 2007 non vince il titolo piloti? Oppure sarà la stagione di Max Verstappen con la Red Bull sul tetto del mondo come ai tempi magici di Sebastian Vettel? Eccoli qui gli interrogativi principali della stagione 2020 di Formula 1 che sta per partire nonostante la continua minaccia dovuta all'emergenza coronavirus. Dopo i primi responsi dei test invernali a Barcellona che hanno decretato la Mercedes ancora la più forte di tutti davanti alla Red Bull con la Ferrari in ''dichiarata" difficoltà ("ma non sappiamo davvero dire a che punto stiamo", ammette Leclerc), i veri rapporti di forza in qualifica e in gara si vedranno solo all'Albert Park di Melborne in occasione della lotta per la pole position sabato 14 marzo per definire la griglia di partenza del Gran Premio d'Australia di domenica 15. I test di Barcellona non sono bastati per emettere un verdetto definitivo sui reali valori in campo del Mondiale di Formula 1 2020, tuttavia le sei giornate di prove catalane hanno comunque fornito delle indicazioni di massima molto interessanti per poter tracciare un primo bilancio della situazione per i vari team in vista del Gp d'Australia. Per quanto riguarda la lotta per il titolo iridato, Mercedes rimane il team da battere alla luce dell'enorme potenziale a disposizione in termini di performance della W11, anche se gli svariati problemi di affidabilità legati alla power-unit hanno fatto suonare un campanello d'allarme all'interno della casa di Stoccarda. Bottas e Hamilton, nell'ultima giornata, hanno girato con un motore decisamente depotenziato proprio per paura di accusare un altro problema, perdendo di fatto molto terreno rispetto ai rivali sul dritto. La prima alternativa al lungo dominio delle Frecce d'Argento dovrebbe essere almeno inizialmente la Red Bull, apparsa in grande crescita e con la consapevolezza di poter dare molto fastidio al team campione del mondo fin dalle prime gare. Max Verstappen ha fatto vedere a tratti una velocità impressionante, decidendo però di non svelare tutto il potenziale della sua vettura specialmente nel terzo settore del Montmelò. La Ferrari parte in seconda fila, in una eventuale griglia di partenza virtuale del Mondiale, alle spalle di Mercedes ma anche di Red Bull. Le arrendevoli dichiarazioni di Mattia Binotto non sono passate inosservate, così come la grande difficoltà della SF1000 in termini di top speed nei rettilinei. La Rossa sembra poter essere più competitiva in gara rispetto alla qualifica, soprattutto in tracciati da medio-alto carico aerodinamico. La grande rivelazione di questo pre-campionato è indubbiamente la Racing Point, ribattezzata da molti come la Mercedes W10 (del 2019) dipinta di rosa. Alfa Romeo ha destato una pessima impressione dal punto di vista delle performance (soprattutto nelle simulazioni di passo gara), mentre Williams ha compiuto un miglioramento clamoroso rispetto a dodici mesi fa ed ha ormai raggiunto definitivamente la coda del gruppo. La novità principale riguardante i team di Formula 1 è da individuare specialmente nel cambio di denominazione di una scuderia: la Toro Rosso. Il team di Faenza, entrato nel circus nel 2006, cambierà ufficialmente le proprie generalità in occasione del campionato 2020. A partire dalla prossima stagione infatti, il team verrà denominato "Scuderia Alpha Tauri", al fine di promuovere il marchio di moda di proprietà della Red Bull, da sempre "sorella maggiore" dell'ormai "ex" Toro Rosso. Una scelta già presa quest'anno a stagione in corso, e che ha suscitato polemiche e malumori tra gli appassionati. Per quanto riguarda tutti gli altri team che hanno preso parte al campionato 2019, la loro presenza ed i loro rispettivi fornitori di power unit sono già stata confermate anche per il 2020: nessuna uscita di scena, nessuna new entry. Dalle scuderie ai piloti: l'ultimo Gran Premio di Abu Dhabi del 2019 ha visto l'uscita di scena ufficiale dal paddock di due piloti storici ed amati dal pubblico: da una parte Nico Hulkenberg, e dall'altra Robert Kubica. Il primo, presente ininterrottamente in F1 dal 2010 ed impegnato nel campionato 2019 con la Renault, lascia dunque la compagnia dopo aver collezionato 1 pole e 2 giri veloci in carriera, con altrettanti rimpianti per non aver trovato l'opportunità di esprimere il suo talento in un top team. Ancora non è chiaro quale sarà il futuro di Hulkenberg lontano dalla F1, ma quel che è certo è che il posto lasciato libero dal tedesco alla Renault verrà occupato da Esteban Ocon. Discorso diverso, invece, per quanto riguarda Kubica. Il suo rientro in Formula 1 dopo il terribile incidente occorso durante il Rally di Andona 2011 (talmente grave da compromettergli temporaneamente il proseguo della carriera in F1) aveva commosso gli appassionati ad inizio 2019, impazienti di rivederlo a bordo di una monoposto. Ma dopo un solo anno, ricco di delusioni dovute anche all'inaffidabilità di una Williams in crisi nera, per il polacco è già arrivato il momento dei saluti. Kubica si congeda definitivamente dalla F1 con la soddisfazione di aver colto l'unico punto della scuderia nel corso dell'ultima stagione, dimostrandosi in diverse occasioni più veloce del proprio compagno di squadra, il britannico George Russell. Ad attenderlo, nel 2020, ci sarà una nuova sfida in DTM, dove ha già firmato un contratto con la BMW. Di conseguenza, Russell condividerà il box con un esordiente della categoria: Nicholas Latifi. Il canadese, classe 1995 e vice-campione del mondo di Formula 2, debutterà al volante della Williams per la prima volta in qualità di pilota ufficiale, dopo le ultime stagioni suddivise tra impegni in F2 e collaudatore o pilota di riserva in F1 per Renault, Force India e appunto Williams. In questo modo, sulla griglia di partenza del mondiale 2020 prenderanno il via due piloti di nazionalità canadese, Latifi e Stroll, fatto che non si verificava in F1 dal 1971.(ANSA).



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Alcaraz campione fragile, le immagini del ko con Dimitrov a Miami

Un gigante dai piedi di argilla: grandissimo talento ma anche una inattesa fragilità nei momenti più delicati della sua carriera. Carlos Alcaraz cade ai quarti a Miami contro Grigor Dimitrov e si scopre ancora una volta più debole - se è possibile dirlo per un grande campione come lui - rispetto alle grandi aspettative che in tanti nel Circus nutrono nei suoi confronti. Dopo un avvio di stagione difficile a causa di alcuni stop inattesi come l'eliminazione agli Open d'Australia, negli Usa lo spagnolo sembrava aver ripreso smalto e fiducia in se stesso. La vittoria contro l'amico e rivale Jannik Sinner in semifinale ad Indian Wells e poi lo stesso titolo conquistato con una gran partita in finale contro Daniil Medvedev apparivano come l'uscita dal tunnel nel quale si trovava. Ma l'illusione della ripresa è durata pochi giorni, almeno fino ad oggi quando nuovamente ed inaspettatamente il murciano è caduto contro Dimitrov. "Mi sono sentito frustrato. Grigor mi ha fatto sentire come se avessi avuto 13 anni. Ha giocato un tennis fantastico quasi perfetto", ha detto dopo il ko contro l'esperto bulgaro. "Non vedevo alcun suo punto debole. Ero spaesato. Per questo mi sento frustrato. Parlavo con la mia squadra e non sapevo cosa fare", ha poi ammesso. Ed è questo uno dei pochissimi punti deboli dello spagnolo. Non la tecnica che è quasi perfetta e neanche la prestanza fisica - la sua esplosività impressiona gli avversari - ma la tenuta psicologica. Già in passato, Alcaraz ha dichiarato di avere un rapporto quasi simbiotico con il suo coach Juan Carlos Ferrero e che, senza di lui a guidarlo all'angolo, in campo si sentiva un po' perso. Ad esempio, quando ad inizio stagione l'allenatore spagnolo a causa di un intervento chirurgico non è andato in Australia, il giovane numero due al mondo ha ammesso di sentirsi in difficoltà perché gli mancavano la capacità di lettura del match ed i consigli dell'ex campione spagnolo. Va anche detto che Dimitrov è un avversario particolare. Il bulgaro è sempre stato considerato uno dei grandi talenti del tennis mondiale: l'erede "inespresso" di Federer, un tennista capace di colpi incredibili con una tecnica pressoché perfetta ma anche di una mancanza di continuità che per buona parte della carriera lo ha relegato fuori dai top dieci del mondo. Oggi, però, era in una delle sue giornate di grazia. Resta da comprendere quanto nella debacle di Alcaraz sia dovuto al talento di Dimitrov e quanto ad un suo calo. Una risposta che soltanto il tempo potrà dare. Di certo, quel percorso che vedeva lo spagnolo avviato verso il numero uno del ranking mondiale a scapito di Novak Djokovic è più irto e complesso di quanto si potesse inizialmente pensare. Anzi, in caso di vittoria di Sinner a Miami, l'italiano gli strapperà il numero due della classifica Atp relegandolo al terzo posto. Ma sbaglia chi sottovaluta Alcaraz che, tra l'altro, si appresta a giocare sulla terra battuta, la sua superficie, dove per i rivali ci sarà tanto da faticare.

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"Cannibale" Odermatt vince anche il gigante di Bansko

L'elvetico ha chiuso la sua gara 2.15.75, precedendo di circa un secondo il norvegese Alexander Sten Olsen (2.16.66) e l'austriaco Manuel Feller (2.16.83). Primo degli azzurri il bergamasco Filippo della Vite, buon decimo in 2.17.76, l'unico a migliorarsi veramente nella seconda manche recuperando sei posizioni. In classifica poi ci sono Giovanni Borsotti 17/o, Luca De Aliprandini 23/o dopo una deludente seconda manche e Alex Vinatzer 27/o. Domani a Bansko si gareggia in slalom (foto Ansa)

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Gigante donne a Soldeu: in testa Bassino davanti a Brignone

Le due azzurre separate da 3 soli centesimi. Terzo tempo per la neozelandese Alice Robinson a 11 centesimi mentre la svizzera Lara Gut-Behrami, leader di disciplina davanti a Brignone, è solo nona Assente l'infortunata Sofia Goggia, per l'Italia in classifica ci sono poi Elisa Platino in 1.02.49 e poi con uno sfortunato errore per Roberta Melesi in 1.03.84 mentre è uscita Asja Zenere (foto Ansa)

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Sinner a Mattarella: orgoglio per una vittoria di squadra

"L'orgoglio di essere qui è per una vittoria che e' frutto del sacrificio e del gioco di squadra". Cosi' Jannik Sinner, nel suo intervento al Quirinale dove il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riceva gli azzurri vincitori della Davis 2023. "E' un successo per tutti gli italiani. La cosa piu' importante non e' stato vincere, ma esserci capiti tra compagni, di essere felici in campo e sorridere anche quando le cose non vanno per il meglio" (foto Ansa)

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Sinner, da 'Apoteosi' a 'sembra Nadal': il mondo lo celebra

Il trionfo di Jannik Sinner agli Australian Open di tennis a Melbourne ha monopolizzato le prime pagine dei quotidiani, non solo sportivi, sia in Italia che all'estero. "Sinner si traveste da Nadal per superare Medvedev ed essere incoronato campione", scrive in Spagna "Marca", facendo riferimento alla finale vinta dallo spagnolo rimontando due set contro il russo proprio come accaduto a Jannik. "Apoteosi", titola l'Equipe aggiungendo: "Ancora e ancora. Sinner conquista il suo primo Grande Slam. Le promesse dell'italiano di fine 2023 sono state mantenute, in gran stile. Al termine di una folle finale degli Australian Open, Sinner ha domato Medvedev, dopo una rimonta strepitosa. E' tra i grandi". E in Francia ne parlano anche i giornali generalisti come Le Figaro: "Seguendo le orme del padre, che era chef, Jannik Sinner sembra aver trovato sui campi le ricette giuste per invitarsi stabilmente alla tavola dei re". L'altoatesino - aggiunge Le Figaro citando anche il super finale di 2023 di Jannik, con la vittoria della Coppa Davis - ha fatto "la storia del suo paese". Per il generalista spagnolo El Mundo "Sinner vince in Australia e anticipa una grande rivalità con Alcaraz". "L'italiano parte sotto di due set, poi vince al quinto. Prima finale del Grande Slam e prima vittoria: meglio di così non si può", si legge, in Germania, su "Bild". Negli Una ne parlano i più importanti network a partire dalla dalla NBC: "Il primo italiano a vincere gli Australian Open in quello che potrebbe essere un cambio generazionale nel tennis". Poi c'è la CNN, che dedica ampio spazio alla vittoria in Australia, con anche un richiamo nella home page del suo sito. "Jannik Sinner rimonta due set per aggiudicarsi il suo primo titolo slam". E in Gran Bretagna sulla sempre istituzionale Bbc: "Jannik Sinner ha vinto gli Australian Open dopo una grande rimonta". Sempre in Inghilterra il Daily Mail titola: "la rimonta del ragazzo", mentre The Australian chiude così: "La gloria appartiene a Sinner, il ragazzo della montagna ha scalato un'altra cima" (Ansa / Afp)

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Djokovic: "Io come Tom Brady, voglio giocare fino a 40 anni"

Il numero 1 al mondo intervistato a margine dell'esibizione che lo attende alla Riyadh Season Tennis Cup. L'esempio citato è lo storico quarterback di football americano vincitore di sette Super Bowl e per cinque volte nominato MVP della finale in cui si assegna il titolo. "E' un grande esempio di campione capace nel suo sport di costruirsi una carriera longeva e ricca di successi" (foto Ansa)

Sci: Shiffrin vince libera St.Moritz davanti a Goggia

(ANSA) - ROMA, 09 DIC - La statunitense Mikaela Shiffrin ha vinto la discesa libera di St.Moritz, battendo di una manciata di centesimi le azzurre Sofia Goggia, vincitrice ieri del SuperG sulla pista Corviglia, e Federica Brignone. Nella prima libera della stagione di cdm femminile dopo la cancellazione delle prove previste a Cervinia, la leader della classifica generale ha chiuso con il tempo di 1:28.84, staccando di soli 15 centesimi Goggia che a sua volta ha superato Brignone, partita col pettorale n.1, per soli due centesimi. Giù dal podio le austriache Cornelia Huetter (+0.28) e Miriam Puchner (0.39), quarta e quinta, e la tedesca Emma Aicher (+0.43), sesta. Tra le altre azzurre, dopo la discesa delle prime trenta Marta Bassino è al decimo posto (+0.69), Nicol Delago al ventesimo, Laura Pirovano al 24/o e Nadia Delago al 26/o. (ANSA).









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Il 25 aprile a Bolzano ha anche il volto dei giovani "resistenti"

Dal corteo alle celebrazioni: ecco le foto. La giornata si è articolata in diversi momenti partendo dal palazzo municipale, quindi in via dei Vanga, a Parco Rosegger - via Marconi, al cimitero civile d'Oltrisarco e cimitero ebraico, in via Volta, via Siemens, passaggio della Memoria (via Resia), con l'intervento delle autorità. Quindi piazza IV Novembre e piazza Adriano (foto DLife)



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