Conflitti

Khamenei: «Non ci arrenderemo mai». Trump: «Potrei attaccare o non attaccare»

La Guida suprema iraniana nel discorso trasmesso dalla tv di Stato: l'ultimatum di Trump è inaccettabile. L'Aiea: distrutti due siti di produzione di centrifughe in Iran. Colonna di fumo a Teheran dopo i raid. Cnn: terza portaerei Usa va in Medioriente



WASHINGTON - La portaerei americana USS Ford Carrier Strike Group verrà dispiegata in Medio Oriente la prossima settimana portando così a tre il numero di navi da guerra Usa nell'area. Lo riferiscono due funzionari alla Cnn.

L'ultimatum di Trump è 'inaccettabile' e l'Iran si opporrà in ogni modo a qualsiasi guerra o pace imposta e non si arrenderà mai, ha detto in un discorso trasmesso dalla tv di Stato la Guida suprema Ali Khamenei: 'La nazione iraniana resisterà fermamente a una guerra o a una pace imposta. Non ci arrenderemo di fronte a un'imposizione. Gli americani dovrebbero sapere che qualsiasi intervento militare da parte loro causerà senza dubbio danni irreparabili'. 

Moniti a Trump perché non porti in guerra gli Stati Uniti arrivano anche da Mosca e Pechino, mentre l'Ue afferma che 'un cambio di regime non rientra nella posizione dei 27', secondo i quali invece Teheran 'non deve avere o acquisire armi nucleari'. L'Aiea, intanto, afferma di aver informazioni secondo cui i due impianti di produzione di centrifughe in Iran, l'officina Tesa di Karaj e il Centro di Ricerca di Teheran, sono stati colpiti dai raid di Israele. Nuove di potenti esplosioni nell'est di Teheran.

ttaccare i siti nucleari iraniani? Certo non lo dirò a voi": lo ha detto Donald Trump rispondendo ai giornalisti al seguito alla Casa Bianca ribadendo che Teheran si trova "in guai grossi e vuole negoziare". "E' molto tardi per l'Iran per iniziare a negoziare". Lo ha detto Donald Trump alla Casa Bianca sostenendo che Teheran "non ha difese".

Donald Trump ha ribadito che dall'Iran vuole una "resa incondizionata". "Non deve avere l'arma nucleare, deve rinunciarvi", ha insistito il presidente alla Casa Bianca. "Gli iraniani hanno suggerito di venire alla Casa Bianca a negoziare".

 "Potrei come non potrei attaccare l'Iran". Lo ha detto Donald Trump rispondendo ad una domanda dei giornalisti alla Casa Bianca.

"Io non posso andare lì con tutto quello che sta succedendo", ha aggiunto.

"Gli iraniani hanno suggerito di venire alla Casa Bianca a negoziare". Lo ha detto Donald Trump ai giornalisti al seguito. "Io non posso andare lì con tutto quello che sta succedendo", ha aggiunto. "Ho sentito Vladimir Putin ieri, si è offerto di mediare" in Medio Oriente. "Gli ho detto fammi un favore, mediamo con la Russia prima ". Lo ha detto Donald Trump, ribadendo che la guerra in Ucraina, se fosse stato lui presidente, non sarebbe mai accaduta.

Intanto, la Russia mette "in guardia" Washington da un ingresso diretto nella guerra con l'Iran a sostegno di Israele, avvertendo che questo "destabilizzerebbe radicalmente l'intera situazione". Un monito che, insieme alla condanna dei giorni scorsi come "categoricamente inaccettabili" dei bombardamenti dello Stato ebraico, segna il punto più alto delle dichiarazioni di Mosca in difesa della alleata Teheran. Ma allo stesso tempo il Cremlino si mostra attento a non irritare l'amministrazione Usa di Donald Trump e a non mettere a repentaglio il fragile dialogo avviato negli ultimi mesi. Una posizione, quella russa, molto diversa da quella assunta in Siria nel 2015, quando intervenne militarmente a sostegno del regime di Bashar al Assad in piena guerra civile. 

Al punto che alcuni osservatori si spingono ad ipotizzare che il tycoon e Vladimir Putin possano aver concluso un accordo segreto in base al quale il presidente russo abbandonerebbe al suo destino l'Iran, e altrettanto farebbe quello americano con l'Ucraina. Ipotesi che, in assenza di evidenze concrete, hanno il sapore di teorie complottiste. 

Ma è un fatto che il vertice del G7 in Canada si sia chiuso senza una dichiarazione congiunta sull'Ucraina, secondo i media a causa dell'opposizione del presidente Usa. E prima di lasciare in anticipo la riunione - cosa che ha fatto saltare un incontro in programma con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky - l'inquilino della Casa Bianca ha messo in chiaro che non intende per il momento adottare nuove sanzioni nei confronti della Russia. "Non dimenticate che le sanzioni ci costano tantissimo, parliamo di miliardi di dollari", ha sottolineato. Mosca, secondo il New York Times, si starebbe astenendo dal fornire un aiuto concreto a Teheran non solo per non inimicarsi Trump, ma anche per mantenere i buoni rapporti con i partner arabi del Golfo Persico, primi fra tutti Arabia Saudita ed Emirati arabi uniti. Con Riad la Russia continua una stretta cooperazione nell'ambito dell'organizzazione Opec+ dei produttori di petrolio. Gli Emirati, invece, sono stati tra i Paesi che più hanno aiutato Mosca ad attutire il peso delle sanzioni occidentali grazie al meccanismo delle triangolazioni commerciali. Proprio con il presidente degli Emirati arabi uniti, Mohammed bin Zayed Al Nahyan, Putin ha avuto un colloquio telefonico, durante il quale, ha fatto sapere il Cremlino, i due leader sono tornati a spingere per una "risoluzione del conflitto Iran-Israele il prima possibile, intensificando gli sforzi diplomatici". 

Da parte sua Trump, ha detto di avere sentito Putin ancora una volta al telefono "ieri" (dopo un altro colloquio il 14 giugno), ma non si è mostrato molto interessato alle sue offerte di mediazione. "Gli ho detto, fammi un favore, media la tua, mediamo prima sulla Russia", ha riferito The Donald riferendosi al conflitto ucraino. La Russia non sembra però voler mollare, cercando di mettere a frutto i buoni rapporti con Israele, che nel 2022, attraverso l'allora premier Naftali Bennet, cercò a sua volta di mediare tra la Russia e l'Ucraina una fine del conflitto. 

Così come sono buone le relazioni personali tra Putin e l'attuale premier Benyamin Netanyahu, che nel 2018 partecipò al suo fianco alle celebrazioni del 9 maggio per l'anniversario della sconfitta del nazifascismo. Il servizio d'intelligence estero di Mosca, ha detto il suo capo, Serghei Naryshkin, continua a mantenere i contatti "con le agenzie di intelligence competenti in Iran e Israele".

ITALIA

Da quando è scoppiato il conflitto tra Israele e Iran l'attività operativa della Base Usaf di Aviano (Pordenone) è notevolmente aumentata, ma non è stato modificato il livello di allerta - fermo a Bravo - né sono state richieste al personale militare e ai loro famigliari particolari precauzioni. Lo apprende l'ANSA da fonti informate. 

Il Pubblic Affair del 31° Fighter Wing americano non ha inteso commentare le voci circa presunti nuovi dispiegamenti di velivoli, rimandando qualsiasi chiarimento direttamente all'ufficio di Washington, a testimonianza della discrezione richiesta. 

Secondo i siti specializzati e gli appassionati che quotidianamente monitorano il traffico aereo, negli ultimi giorni sulla pista di Aviano - la cui giurisdizione è dell'Aeronautica militare italiana - sono atterrati almeno tre aerei cisterna, altrettanti velivoli da trasporto C-17, un enorme Galaxy e sei caccia F-16, questi ultimi provenienti da una base tedesca. 

In uscita si registra la partenza di uno squadrone di caccia, la cui destinazione parrebbe l'Arabia Saudita. Tutte informazioni che le autorità americane non hanno inteso commentare.













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