il personaggio

La confessione di Mauro Corona: «Mio padre ci picchiava quando beveva»

Lo scrittore parla della sua difficile infanzia, del suo rapporto con l’alcol, dell’arrivo alla televisione, dei figli e dell’amore



BELLUNO. «A un certo punto, 6 anni fa, smisi di bere. Ma il problema è che mi annoiavo... oggi bevo, ma molto meno rispetto a prima». Anche suo padre beveva racconta lo scrittore Mauro Corona alla collega Roberta Scorranese e ad Aldo Cazzullo, in un’intervista pubblicata sul settimanale DiPiù. «Bevevano tutti. Ma mio padre quando era ubriaco picchiava prima noi, poi mia madre Lucia. Tre volte la mandò in coma. Un giorno lei se ne andò. La vidi salire su un furgoncino rosso. Io avevo sei anni, mio fratello Felice cinque e Richetto, il più piccolo, solo quattro mesi. Sarebbe tornata sette anni dopo».


Tornò ma andò a stare dai suoi genitori. «Mio fratello Felice andava a trovarla  ogni tanto. Io per un anno e mezzo non volli vederla, anche se abitavamo a due passi. Stavo con mio nonno, che mi aveva insegnato a scalare le montagne, a intagliare il legno e a cacciare nei boschi».  E con suo nonno andò per la prima volta sul monte Cevìta. «Cominciammo a salire - ricorda  - ma in cima mio nonno non ci arrivò mai: si era portato dietro due litri di vino, si addormentò prima». Lui invece di arrivò. Oggi a 75 anni, Mauro Corona scala ancora. «Poco tempo fa ho fatto un’arrampicata senza protezione, a mani nude. Io lo so bene che un giorno commetterò un errore, che qualcosa mi sfuggirà e che morirò». 
 

Ha paura della morte e soprattutto del dolore che si può provare. Ma non ha paura del vino... «Sono ancora vivo. Ma ci sono stati anni in cui sono arrivato a scolarmi da solo una intera bottiglia di whisky al giorno dopo essermi fatto dodici birre e un litro di vino. A un certo punto, sei anni fa, smisi di bere. Ma il problema è che mi annoiavo...Oggi bevo, ma molto meno rispetto a prima».
Ma grazie al vino cominciò la sua carriera televisiva:  «Mi invitarono una volta in trasmissione, Cartabianca era ancora in Rai. Avevo bevuto, feci casino, gli ascolti si alzarono. Cominciarono a richiamarmi fino a quando mi proposero un contratto». 

Mauro Corona è anche un padre. Un padre che soffre ancora: «Quando uno dei miei figli mi disse: “Papà, mi tocca morire”. Ho quattro figli e tre di loro hanno dovuto superare un brutto male. Una, Marianna, ha raccontato l’esperienza del tumore al colon nel libro Fiorire tra le rocce. Come si può pensare di sopravvivere a un figlio?».  
 

Forse in pochi sanno che Corona si è sposato in chiesa. Ma non andò come tutti: «Quando il prete, il caro don Stival, mi disse che avrei dovuto ripetere la formula “Prometto di esserti fedele sempre”, dissi che non era una cosa possibile. Perché, per esempio, anche solo con il pensiero si può essere infedeli. Così mi stufai e andai al bar. Quando rientrai il prete si era rassegnato e mi fece dire solo “sì”».  Oggi, dopo tanti anni, «frequento una persona con cui andiamo a fare lunghe passeggiate in montagna. È molto bella». Ma oggi «l’amore assomiglia a una compagnia complice: due passi, un bicchiere, un silenzio».













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