Vaccini

AstraZeneca, Sileri: “Possibile Ema limiti l'uso a certe categorie per maggiore precauzione”

Il sottosegretario: “Ma il rapporto rischio-beneficio resta positivo”. Atteso domani il pronunciamento Ema sulla correlazione con le trombosi

IN ALTO ADIGE. L'Asl: "Entro giugno tutta la popolazione vaccinata"



ROMA. "E' possibile, per maggiore precauzione, che l'Agenzia europea dei medicinali Ema indichi che per una determinata categoria è meglio non utilizzare il vaccino anti-Covid di AstraZeneca". Lo ha affermato a Radio 24 il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, precisando tuttavia che "questo è successo anche per tanti altri famaci" e che nel caso di AstraZeneca il vaccino è stato utilizzato "in un numero estremamente alto di soggetti, mentre gli eventi trombotici rari segnalati sono pochissimi". "Non vi è ombra di dubbio che vi sia un rapporto rischio-beneficio positivo", ha aggiunto. 

Si terrà nel tardo pomeriggio di oggi 6 aprile, secondo quanto confermano fonti all'ANSA, una riunione tra i tecnici dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e ministero della Salute in merito ad eventuali ulteriori indicazioni sull'utilizzo del vaccino AstraZeneca. Per una decisione, tuttavia, si attenderà il pronunciamento dell'Agenzia europea dei medicinali Ema, atteso già domani, sull'eventuale correlazione tra il vaccino ed i rarissimi eventi trombotici segnalati in vari Paesi. 

Intervistato da Il Messaggero, a proposito degli approfondimenti in corso sui casi di trombosi registrati negli under 55, in maggioranza donne, il responsabile della strategia vaccini di Ema, Marco Cavaleri, ha dichiarato: “Ora è sempre più difficile affermare che non vi sia un rapporto di causa ed effetto tra la vaccinazione con AstraZeneca e casi molto rari di coaguli di sangue insoliti associati a un basso numero di piastrine". 

Cavaleri spiega che il lavoro di valutazione è ancora "lontano dall'essere concluso", "questa settimana inizieremo a dare delle definizioni preliminari, ma difficilmente arriveremo a indicare dei limiti di età come hanno fatto vari Paesi. Per la semplice ragione che noi siamo un'agenzia regolatoria e dobbiamo avere dati molto precisi sul rapporto rischio-benefici", "le agenzie di salute pubblica che gestiscono le varie campagne di vaccinazioni hanno diverse opzioni a disposizione e possono usarle come meglio ritengono". "Stiamo cercando di avere il quadro preciso di cosa succede, di definire nel dettaglio questa sindrome dovuta al vaccino". Si può già affermare che è dovuta al vaccino? "Secondo me - risponde - ormai possiamo dirlo, è chiaro c'è una associazione con il vaccino. Cosa causi questa reazione, però, ancora non lo sappiamo". "In sintesi: nelle prossime ore diremo che il collegamento c'è, come questo avviene dobbiamo però ancora capirlo".

Cavaleri conferma che il rapporto rischi benefici resta ancora a favore del vaccino, "poi - aggiunge - andremo a vedere più nel dettaglio le varie fasce di età. Le giovani donne, spesso protagoniste dei casi di trombosi, patiscono meno l'effetto del Covid, dovremo valutare dunque il rapporto rischi-benefici per loro. Non dimenticando che anche le giovani donne finiscono in terapia intensiva per Covid. Dunque servirà un lavoro molto meticoloso per capire se il rapporto rischi benefici è a favore del vaccino per tutte le età". 













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