Il rapporto

Caritas: nell'anno del Covid la povertà tocca anche le perle del turismo, come il Garda

Nel 2020 aiutate 2 milioni di persone, la metà per la prima volta. In Trentino Alto Adige alta incidenza di nuovi poveri: 50,8%. Uno su tre continua a non farcela


Manuela Tulli


ROMA. Due milioni di persone hanno avuto bisogno dell'aiuto della Caritas per tirare avanti nel 2020, l'anno del Covid. Metà di loro, il 44%, non aveva mai avuto bisogno di un pacco alimentare o di chiedere il pagamento di una bolletta. Dei 'nuovi poveri', uno su tre continua a "non farcela" anche in questo 2021 e si appoggia all'ente caritativo della Conferenza Episcopale Italiana. E' l'istantanea di un'Italia più povera a causa della pandemia, scattata nel Rapporto di Caritas Italiana "Oltre l'ostacolo". Dietro le cifre ci sono le storie di persone che hanno perso il lavoro dall'oggi al domani, famiglie che erano ai limiti e che hanno dovuto mettersi in coda per riempire il frigorifero. Preoccupano soprattutto le donne sole e i minori che hanno sofferto isolamento e privazioni.

E la povertà innescata dalla crisi sanitaria non ha guardato in faccia a nessuno: ha colpito italiani e stranieri, regioni del Nord e del Sud e ha portato la sua ombra sulle 'perle' del turismo italiano, come Venezia, Ischia, Riva del Garda e Assisi. Anche qui i volontari Caritas sono stati chiamati a rimboccarsi le maniche.

Nel 2020 la Caritas in Italia ha complessivamente supportato 1,9 milioni di persone, una media di 286 individui per ciascuno dei 6.780 servizi gestiti dallo stesso circuito delle Caritas diocesane e parrocchiali. Delle persone sostenute nell'anno di diffusione del Covid19, quasi la metà, il 44%, ha fatto riferimento alla rete Caritas per la prima volta.

Tra le regioni con più alta incidenza di "nuovi poveri" si distinguono Valle d'Aosta (61,1%) Campania (57%), Lazio (52,9), Sardegna (51,5%) e Trentino Alto Adige (50,8%).

Per i giovani adulti di età compresa tra i 18 e i 34 anni le nuove povertà pesano per il 57,7%. Per il 2021, la fotografia che emerge dai primi otto mesi dell'anno (gennaio-agosto) è la seguente: cresce del 7,6% il numero di persone assistite rispetto al 2020; cala l'incidenza dei nuovi poveri ma sale la quota di chi vive forme di povertà croniche (27,7%); più di una persona su quattro è accompagnata da lungo tempo e con regolarità dal circuito delle Caritas diocesane e parrocchiali.

Avere la casa di proprietà non esenta da una possibile condizione di disagio economico: un povero su dieci che si è rivolto nel 2020 alla Caritas è proprietario della sua abitazione. La maggior parte è in affitto ma c'è anche un 7,4%, tra gli assistiti Caritas, che vive ospite a casa di amici.

Tanti gli homeless: 22.527 hanno ricevuto assistenza dall'ente Cei. Una persona su cinque (19,9%), di quelle accompagnate nel 2020 dalla Caritas, dichiara di percepire il Reddito di Cittadinanza. Tra gli italiani l'incidenza dei percettori sale al 30,1%, scende invece al 9,1% tra gli assistiti stranieri. Oltre la metà delle persone che hanno chiesto aiuto al circuito Caritas (il 57,1%) ha al massimo la licenza di scuola media inferiore. Infine il 64,9% degli assistiti dichiara di avere figli; tra loro quasi un terzo vive con figli minori. 













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