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Ius scholae, Unterberger: «Approvare presto la legge, basta bambini di serie A e di serie B»

La presidente del Gruppo Autonomie: «No alla propaganda sui minori, questa non è una norma rivoluzionaria»

Julia Unterberger


BOLZANO. "Lo Ius Scholae non è una legge sull'immigrazione, ma per fare in modo che per lo Stato non esistano più bambini di serie A e di serie B." Così in una nota la presidente del Gruppo per le Autonomie Julia Unterberger (Svp) sul testo di legge da oggi (29 giugno) in discussione alla Camera, testo che prevede il diritto di cittadinanza per i minori stranieri residenti in Italia con almeno 5 anni di studi scolastici. Si tratta di quasi 1 milione di bambini e ragazzi in Italia sotto i 18 anni.

"Con la proposta - prosegue la senatrice Unterberger - si punta a superare questa discriminazione con la frequentazione di almeno 5 anni di scuola per chi è nato in Italia e per chi vi è arrivato prima del compimento dei 12 anni. In pratica si otterrà la cittadinanza tra la fine della scuola primaria e il periodo conclusivo della scuola superiore. Non è una norma rivoluzionaria – prosegue Unterberger - anzi, è molto più timida di quella di tanti altri Paesi europei, proprio per favorire la convergenza del maggior numero possibile di forze politiche. Purtroppo però Lega e Fratelli d'Italia hanno deciso di usare i diritti dei minori per armare uno scontro propagandistico di cui francamente non se ne avverte il bisogno”.

"A pagare il prezzo rischiano di essere ancora una volta più di 900mila minori. Bisogna fare tutto il possibile per approvare al più presto questa legge", conclude la parlamentare Svp.

In serata a Montecitorio è iniziata la riunione dei parlamentari della Lega con Matteo Salvini. Per la Lega e Fratelli d’Italia si tratta di “uno ius soli mascherato”.













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