il caso

Uccise il fratello per difendere la madre, il pm: "Fu legittima difesa"

Il 43enne colpì il fratello tossicodipendente in un corpo a corpo. Il pubblico ministero: "Coltellate come reazione proporzionata"

MILANO


MILANO. Va archiviata per "legittima difesa" l'indagine per omicidio volontario aggravato a carico di Francesco Ciconte, 43 anni, che fu arrestato il 19 giugno 2021 per aver ucciso a coltellate il fratello Vincenzo, 47 anni e tossicodipendente, durante una lite e davanti all'anziana madre nella loro casa nel quartiere San Siro, nel capoluogo lombardo.

E' la richiesta avanzata dal pm di Milano Giovanni Tarzia all'ufficio gip per l'indagato, ora libero e difeso dall'avvocato Niccolò Vecchioni. Quella sera, si legge nell'istanza della Procura che dovrà essere valutata dal gip, il 43enne si "trovò coinvolto in un corpo a corpo con il fratello" che "armato di un coltello" tentava di "colpirlo" negli organi vitali e "ferito, ha reagito difendendo la madre e se stesso con un altro coltello", con una "condotta sostanzialmente proporzionata, ancorché letale, ovvero sferrando a sua volta alcuni colpi".

Secondo il pm, Francesco Ciconte non poteva certo "abbandonare l'appartamento, lasciando la madre in balia del fratello armato e deciso ad aggredire i familiari", così come "aveva più volte minacciato", perché chiedeva con insistenza altri soldi per comprarsi cocaina. La madre non venne ferita "grazie al tempestivo movimento di Francesco" che "scansandola riuscì ad evitare l'accoltellamento".

La donna, si legge ancora negli atti, "ha reso un racconto dei fatti sostanzialmente compatibile" con quello del figlio Francesco e con quanto emerso dagli accertamenti scientifici e medico-legali. Già il gip, scarcerando il 43enne dopo l'arresto e mettendolo ai domiciliari, aveva parlato di un "tragico contesto familiare nel quale si consumava il fratricidio". Ora la richiesta di archiviazione per la "adeguatezza della reazione difensiva". 













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