Sasa, motore della transizione verso un trasporto pubblico a zero emission
L’obiettivo? In linea con il piano provinciale, ridurre le emissioni del 30% rispetto i livelli attuali, anche grazie alle tecnologie zero emissioni. Questa è la sfida di una società che guarda al futuro. E la sua presidente sa bene dove e come affrontarla
Il trasporto pubblico svolge un ruolo importante nella transizione energetica. Ha i mezzi per farlo e, soprattutto, può contare su un forte supporto politico all’interno di piani strategici provinciali come il Piano Clima Alto Adige 2040 e Il piano per la mobilità di domani. In quanto società in-house della Provincia Autonoma di Bolzano e dei Comuni di Bolzano, Merano e Laives, nonché principale operatore di TPL in provincia, SASA è un apripista per un trasporto pubblico sempre più sostenibile, anche a livello nazionale.
“Ad oggi, circa il 10% del nostro parco mezzi è a zero emissioni”, dice Astrid Kolfer, presidente di SASA, “e il nostro impegno, insieme alla Provincia, non si ferma qui”.
L’approccio di SASA è technology neutral: investe sia in autobus a trazione elettrica sia a idrogeno, con un grande impegno anche sul fronte infrastrutturale, essenziale per lo sviluppo di queste tecnologie.
L’obiettivo? In linea con il piano provinciale, ridurre le emissioni del 30% rispetto i livelli attuali, anche grazie alle tecnologie zero emissioni. Questa è la sfida di una società che guarda al futuro. E la sua presidente sa bene dove e come affrontarla.
Qual è il contributo di SASA rispetto agli obiettivi della transizione? Con quasi 600 dipendenti provenienti da 37 nazioni, circa 80 linee e 15,5 milioni di chilometri percorsi all’anno, SASA oggi è sicuramente tra i più importanti operatori di trasporto pubblico locale dell’Alto Adige e svolge (i) un ruolo rilevante per la mobilità pubblica sul territorio, contribuendo in maniera significativa all’attuazione degli obiettivi di sostenibilità ambientale, (ii) ma anche una funzione sociale notevole.
Siamo consapevoli di questa responsabilità e facciamo tutto il possibile per garantire il servizio che forniamo in modo affidabile e sicuro, al fine di convincere sempre più persone a passare ai trasporti pubblici. Siamo inoltre orgogliosi di poter contribuire al cambiamento nell’ambito della transizione energetica nel trasporto pubblico locale, migliorando la qualità della vita nelle nostre città.
In SASA si è partiti da tempo con la transizione energetica della flotta e proseguiamo con determinazione nell’impegno verso una mobilità a basse emissioni, con gare d’appalto dedicate all’acquisto di nuove vetture, e l’attività di progettazione delle tecnologie green, seguendo un approccio basato sulla neutralità tecnologica con l’uso delle varie tecnologie ad oggi disponibili ed in forte evoluzione che contribuiscono alla riduzione delle emissioni, mezzi a trazione elettrica, a trazione Idrogeno e con uso di motori a combustione interna pulita che costituiscono la base per la transizione energetica nel nostro settore e monitorando molto attentamente gli sviluppi delle varie tecnologie disponibili sul mercato ed adeguate alla nostra topografia.
Nell’ambito del trasporto pubblico locale si parla molto degli aspetti ambientali della sostenibilità e tutto ciò che riguarda la transizione energetica ma, secondo me, si parla troppo poco della variabile sociale. Eppure, nel trasporto pubblico, sono proprio le persone al centro di tutto: oltre ai passeggeri che giornalmente prendono i mezzi per recarsi a scuola o al lavoro, anche e soprattutto chi fa in modo che tutto ciò sia possibile, ovvero le persone che lavorano nel e per il trasporto pubblico locale. Un’azienda di trasporto pubblico locale non vive di sola tecnologia, ma anche e soprattutto di persone e questo è un tema molto sentito in SASA in quanto siamo fermamente convinti che sono le persone il cuore pulsante della nostra azienda.
Per noi l’ascolto, il dialogo e lo scambio continuo (dove, comunque, vi sono delle regole da rispettare da parte di tutti) sono fondamentali per creare un ambiente di lavoro piacevole.
Per questo motivo la società ha posto il focus sul benessere di tutti i collaboratori, sia in termini di retention che anche di recruiting, cercando di rafforzare in modo strutturale il dialogo con i dipendenti. Sono state messe in atto una seria di azioni migliorative, a livello remunerativo e anche a livello qualitativo dove il tema work-life balance sta diventando sempre più importante.
Abbiamo dato vita alla SASA Academy, una formazione retribuita per diventare autista che suscita grande interesse. Siamo convinti che le persone siano la nostra risorsa più preziosa e che la soddisfazione del dipendente si ripercuoti sulla qualità del servizio erogato. La decarbonizzazione nel trasporto pubblico sembra avanzare più che nel privato.
È così? Il trasporto pubblico locale si trova nel mezzo di una fase di grande cambiamento che avrà un’accelerazione negli anni a venire e che porterà ad una evoluzione ecologica digitale al fine di intercettare i nuovi bisogni di mobilità dell’utenza e rendere sempre più attrattivo il servizio.
Il PNRR ed i documenti di programmazione di finanza pubblica affermano la centralità del trasporto pubblico che concretamente è dimostrata da una politica di investimenti europea e nazionale avviata già diversi anni fa che afferma il nostro settore come fattore strategico per la politica ambientale.
Gli obiettivi ambientali sono chiari e condivisi definiti a livello europeo con il Green Deal, la strategia per la mobilità intelligente (SSMS) e il quadro per la mobilità urbana dell’UE, recepiti a livello nazionale. La “clean vehicels directive” e la “heavy-duty vehicles regulation” fissano dei target rigorosi per i prossimi anni per quanto riguarda gli acquisti di autobus puliti che stanno guidando le politiche dei singoli paesi europei nel processo di transizione verso le fonti di trazione innovative.
Qual è il rapporto, nella flotta SASA, tra mezzi a motore tradizionale e a zero emissioni? Il rapporto tra mezzi a motore tradizionale e a zero emissioni sta cambiando progressivamente. Nel 2013 nel parco mezzi di SASA vi erano 5 autobus alimentati ad idrogeno, grazie ad un progetto europeo CHIC. Questo progetto ha richiesto una visione di lungo periodo perché la tecnologia all’epoca era poco conosciuta.
Nel tempo la flotta composta da un totale di ca. 400 vetture, si è ampliata sia con bus elettrici che anche altri bus ad idrogeno, fino ad arrivare oggi a 40 vetture ad emissioni zero. Essere stati tra i primi in Italia a investire nella tecnologia a idrogeno ha rappresentato per SASA una spinta decisiva che ha permesso all’azienda non solo di acquisire esperienza tecnica, ma anche di costruire un solido network di collaborazioni con partner locali e internazionali.
La mobilità del futuro è green e ci impegniamo per raggiungere questa meta. Non ci fermiamo e proseguiamo il nostro impegno per una flotta sostenibile, monitorando e testando continuamente le nuove tecnologie disponibili e indicendo gare d’appalto per nuovi veicoli.
Guardando al settore, sembra che l’elettrico sia privilegiato, in questa fase, rispetto all’idrogeno. C’è una ragione? Secondo me nel trasporto pubblico locale sarà vincente un mix energetico e va monitorata costantemente l’evoluzione delle tecnologie disponibili e adatte al proprio contesto di riferimento. Inoltre, c’è un tema di risorse ingenti necessarie per effettuare questi tipi di investimenti in quanto non è solo l’investimento del mezzo da considerare, ma anche le infrastrutture necessarie, i costi operativi legati a queste tecnologie, la formazione e la manutenzione.
Pertanto, la gestione della transizione energetica sarà gestita attraverso un processo temporale graduale per conciliare i target di riduzione delle emissioni inquinanti con le finalità sociali e gli obiettivi di sostenibilità economica e finanziaria delle imprese di trasporto pubblico locale. Ci vuole una visione sistemica per i nuovi paradigmi della gestione delle flotte per il trasporto pubblico locale.
Il passaggio dai veicoli diesel ad altre tipologie ritenute ecologicamente più sostenibile non è solo un cambio di mezzi, ma un cambio di sistema, un vero e proprio cambio culturale. Il passaggio dal sistema autobus ad alimentazione diesel, che ha caratteristiche e funzionamento peculiari, ad un sistema autobus elettrico o a idrogeno che hanno caratteristiche proprio radicalmente diverse.
Per questa ragione c’è bisogno di infrastrutture dedicate, le quali richiedono, a loro volta, modalità di gestione anch’esse radicalmente nuove e peculiari.
La compresenza poi, all’interno della flotta mezzi aziendale d’insieme di veicoli aventi fonti di trazioni diverse pone nuove tematiche in relazione alla gestione delle diverse componenti della flotta e delle loro infrastrutture. Occorre pertanto perseguire il miglior risultato, ma sempre nel rispetto dei costi (tenendo conto dei costi impiantistici, operativi e manutentivi) e degli effetti sul servizio per l’utenza. La tecnologia dipende molto dalla topografia in cui viene utilizzata.
Per Sasa che gestisce contemporaneamente il servizio urbano, suburbano ed extraurbano, attualmente la strategia complessiva indica che, mentre l’elettrico a batteria è certamente indicato per i servizi nelle aree urbane con i mezzi a idrogeno, per esempio, si potranno coprire meglio i servizi extraurbani e suburbani avendo questa tecnologia performance di autonomia assimilabile a quelle dei diesel sulle medie percorrenze ma ad emissioni zero in atmosfera.
Restano le criticità che molti hanno già rilevato per questo tipo di soluzione e come attua SASA la sua politica di adesione a questa scelta di prospettiva? Le nostre scelte sono determinate dalla necessità di transizione energetica, dettata dalle normative europee.
Inoltre, la topografia delle nostre linee in Alto Adige richiede la scelta di tecnologie che sono compatibili con le nostre infrastrutture come anche con le necessità di poter garantire un corretto operato del servizio. Inoltre, una società pubblica come SASA deve ovviamente anche garantire un corretto equilibrio economico-finanziario.
E non per ultimo, in un mercato che continuamente subisce cambiamenti e porta nuove tecnologie, bisogna anche fare i conti con ciò che offre il mercato rispetto alle proprie esigenze. Infine, una diversificazione delle tecnologie di trazione permette anche di superare con maggiore rapidità eventuali vincoli infrastrutturali e logistici.
Alcune città, pensiamo a quelle cinesi, hanno raggiunto il 100% di veicoli elettrici. È uno scenario plausibile per il nostro territorio? E se sì, in che arco temporale? Con la tecnologia che c’è attualmente sul mercato, sarebbe impossibile garantire il nostro servizio quotidiano (stiamo parlando di oltre 40.000 km al giorno) con un parco mezzi al 100% elettrico, tenendo conto anche delle topografie sfidanti e delle grandi differenze di temperatura fra estate e inverno. Inoltre, come accennato sopra, la transizione non consiste in una sola sostituzione del mezzo.
Quali investimenti ha in animo SASA nell’ottica della transizione? Oggi, il nostro piano di transizione tecnologica ed energetica è strutturato su più livelli.
Innanzitutto, nell’impegno continuo verso una mobilità a basse emissioni: stiamo espandendo la nostra flotta, promuovendo un mix energetico nel rispetto della normativa europea vigente, basato sul principio di neutralità, di compatibilità dell’esercizio e di sostenibilità economica finanziaria, puntando su autobus a idrogeno e su quelli elettrici, tenendo conto della topografia locale.
Stiamo però anche valutando la possibilità di utilizzare la tecnologia del biocarburante HVO come soluzione ponte che potrebbe ridurre in maniera significativa le emissioni di CO2 su alcuni mezzi già in flotta.
Nel corso degli ultimi anni abbiamo realizzato degli importanti progetti infrastrutturali (tra cui una stazione di rifornimento H2 nel deposito di Bolzano e un pantografo) e sono previsti altri progetti importanti in parte o totalmente finanziati da fondi PNRR (tra cui una stazione rifornimento H2 al deposito di Merano e il progetto di un “Hydrogen Valley” in RTI con Alperia).
Nell’ambito della transazione energetica per noi continua a giocare un ruolo fondamentale la formazione. Sono sicura che a medio lungo termine, bisogna pensare a tutta la filiera e vanno considerate tutte le tecnologie che il mercato offre e tutte le scelte prese devono tenere conto anche di una sostenibilità economica finanziaria e non solo ambientale.
Ricordo che il fabbisogno di risorse per sostenere l’ammodernamento e la gestione del parco mezzi e delle relative infrastrutture, ai fini del raggiungimento degli obiettivi europei, non va sottovalutato. Pertanto, secondo me, il processo di transazione energetica non può che essere graduale per conciliare tutti gli obiettivi da raggiungere che abbiamo come società Inhouse che opera nel settore del trasporto pubblico locale.
Concludendo sottolineo che in questi anni abbiamo lavorato intensamente, adottando decisioni di grande rilievo e proseguendo nell’impegno quotidiano teso ad erogare un servizio agli utenti affidabile e di alta qualità.
La sicurezza nonché la qualità del servizio, il benessere dei dipendenti e la mobilità a basse emissioni sono stati e continuano ad essere al centro dell’attenzione per garantire ai passeggeri una mobilità sostenibile con un’elevata qualità.
Credo che siamo riusciti a tracciare un percorso importante, in particolare nella gestione dei dipendenti, la sicurezza e la qualità del servizio e nella transizione energetica, ma rimane ancora molto da fare e le sfide non ci mancano.
I tempi sono stati, e continuano ad essere, complessi. Abbiamo dovuto affrontare una serie di sfide, come l’aumento dei costi energetici, l’inflazione e il caro vita e la gestione delle risorse in un contesto di continui cambiamenti. Io credo nella collaborazione e nel fare rete su tutti i livelli. Stiamo creando una nuova cultura del dialogo all’interno dell’azienda. Lo scambio nella rete ASSTRA, per esempio, ci permette di confrontarci con altri player del settore sulle sfide del trasporto pubblico locale.