Parolin, 'Con IA in medicina rischio disumanizzazione cura'



(ANSA) - ROMA, 15 OTT - Con l'intelligenza artificiale sono disponibili "sistemi in grado di accelerare la scoperta di nuovi farmaci, analizzando in poco tempo una mole di dati che richiederebbe decenni di lavoro a un gruppo di ricercatori; piattaforme che possono personalizzare le terapie oncologiche sulla base del profilo genetico del singolo paziente, massimizzando l'efficacia e riducendo gli effetti collaterali.
    Strumenti per ottimizzare la gestione delle risorse ospedaliere, garantendo un accesso più equo alle cure anche nelle regioni più remote e povere del pianeta. Ed è questa proprio l'intelligenza artificiale che vogliamo, uno strumento potente al servizio della vita, un alleato dell'uomo nella lotta contro la malattia e la sofferenza". Lo ha affermato il Segretario di Stato della Santa Sede, il cardinale Pietro Parolin, durante la lezione magistrale da lui tenuta oggi all'Istituto superiore di sanità dal titolo 'Etica dell'intelligenza artificiale'.
    "Tuttavia - ha aggiunto -, accanto a queste luci dobbiamo riconoscere le ombre, i pericoli che richiedono un discernimento etico rigoroso. Il primo, il più grande rischio, è la disumanizzazione della cura, una disgregazione dell'atto medico, un'unica composizione esistenziale tra medico e paziente in una serie di calcoli e processi tecnici. La relazione medica non è un semplice scambio di informazioni tra un fornitore di servizi e un utente, è un'alleanza terapeutica, un patto di fiducia tra due persone, il medico con la sua scienza e la sua coscienza e il paziente con la sua fragilità e la sua speranza. Un algoritmo può fornire una diagnosi ma non può offrire una parola di conforto". (ANSA).
   









Altre notizie



Attualità