Sanità: Gimbe, in 3 anni +11,2 mld ma erosi da pandemia



(ANSA) - ROMA, 11 OTT - Il rilancio del finanziamento pubblico per la sanità pubblica è stato "imposto dalla pandemia" ma anche "eroso" da questa: dal 2020 ad oggi è passato da 113,8 miliardi a 124,9 miliardi, un aumento di ben 11,2 miliardi, di cui 5,3 assegnati con decreti Covid-19. Tuttavia, "le risorse sono state interamente assorbite dalla pandemia e nel 2022 diverse Regioni rischiano di chiudere con i conti in rosso". A evidenziarlo è il quinto rapporto Gimbe sul Servizio Sanitario Nazionale presentato oggi alla Sala Capitolare del Senato.
    Nel frattempo, la Pandemia presenta il conto dei suoi effetti a medio e lungo termine, che si vanno ad aggiungere ai problemi che pesavano sulla sanità pubblica in era pre Covid e che sono rimasti irrisolti. Ci troviamo quindi a fare i conti con liste d'attesa lunghissime per visite, esami, operazioni chirurgiche e screening; ma anche nuovi bisogni di salute, in particolare quelli dettati dagli effetti del long-Covid e dalle ricadute della pandemia sulla salute mentale. E, soprattutto, l'ulteriore indebolimento del personale sanitario: "Pensionamenti anticipati, burnout e demotivazione, licenziamenti volontari e fuga verso il privato lasciano sempre più scoperti settori chiave, in particolare i Pronto Soccorso", rileva Gimbe.
    "Considerato che gli investimenti per nuovi specialisti e medici di famiglia - spiega il presidente Nino Cartabellotta - daranno i loro frutti non prima di 5 e 3 anni, il nodo del personale richiede soluzioni straordinarie in tempi brevi".
    "Se formalmente la stagione dei tagli alla sanità può ritenersi conclusa - conclude Cartabellotta - è evidente che il rilancio del finanziamento pubblico è stato imposto dall'emergenza pandemica e non dalla volontà politica di rafforzare in maniera strutturale il Servizio sanitario".
    (ANSA).
   









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