Sanità: in Vda mobilità ha saldo negativo di 10 milioni



(ANSA) - AOSTA, 16 MAR - In Valle d'Aosta la mobilità sanitaria ha un "saldo negativo minimo pari a 10.656.230 euro".
    Emerge dal report della Fondazione Gimbe sulla Mobilità sanitaria interregionale nel 2020. Il saldo è il rapporto fra la mobilità attiva, che identifica le prestazioni sanitarie erogate ai cittadini non residenti, e mobilità passiva, che esprime "l'indice di fuga" da una regione, cioè le prestazioni sanitarie erogate ai cittadini in una regione diversa da quella di residenza. La mobilità passiva è dunque una voce di credito mentre quella passiva una voce di debito (la regione che eroga la prestazione viene rimborsata da quella di residenza del cittadino). Nel dettaglio, in Valle d'Aosta il credito è di 10.632.181 e il debito ammonta a 21.288.411.
    "Nel 2020, la mobilità sanitaria interregionale in Italia ha raggiunto un valore di 3,33 miliardi, con saldi estremamente variabili tra le regioni del Nord e quelle del Sud. Il saldo - spiegano dalla fondazione Gimbe - è un dato che risulta dalla differenza tra mobilità attiva, ovvero l'attrazione di pazienti da altre regioni, e quella passiva, cioè la 'migrazione sanitaria" dalla Regione di residenza. Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto - le Regioni capofila dell'autonomia differenziata - raccolgono il 94,1% del saldo attivo, mentre l'83,4% del saldo passivo si concentra in Campania, Lazio, Sicilia, Puglia, Abruzzo e Basilicata".
    Rispetto al "saldo pro-capite di mobilità sanitaria" la Valle d'Aosta si colloca in 19a posizione con un saldo negativo pro-capite pari a -86 euro". Il volume dell'erogazione di ricoveri e prestazioni specialistiche da parte di strutture private è un indicatore della presenza e della capacità attrattiva del privato accreditato. La regione si colloca in 18a posizione con le strutture private che erogano il 11,5% del valore totale della mobilità sanitaria attiva regionale", prosegue l'analisi. Nel dettaglio, i ricoveri ordinari e Day hospital sono il 15,8% (media Italia 53,5%), in 17a posizione mentre le prestazioni specialistiche ambulatoriali sono lo 0,2% (media Italia 49%), in 21a posizione. (ANSA).
   









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