Scorso inverno niente vaccino polmonite per una persona su 2



(ANSA) - ROMA, 27 MAG - Poca informazione, diversità di strategie vaccinali tra regioni, mancato monitoraggio e poca trasparenza sulle coperture. Un cittadino su due, tra chi ne avrebbe diritto, non ha ricevuto durante l'inverno passato la vaccinazione contro lo pneumococco, batterio che rappresenta una delle cause più frequenti di polmonite. Tra cittadini aventi diritto per età, ovvero 65enni e oltre, o per condizioni di salute a rischio, solo il 47,6%, infatti, l'ha ricevuta. E la pandemia da Covid-19 "ha fatto registrare un calo delle vaccinazioni su tutte le fasce d'età". Sono alcuni dei dati emersi dall'indagine "Vaccinazione Pneumococcica nell'adulto: proposte per un accesso equo e consapevole", presentata oggi a Roma da Cittadinanzattiva.
    Dall'indagine risulta che il 96% dei medici di medicina generale offre ai propri assistiti la vaccinazione pneumococcica. Nonostante la co-somministrazione nella stessa seduta con il vaccino antinfluenzale sia considerata una buona prassi, l'indagine mostra che le due vaccinazioni non 'hanno viaggiato insieme' nel 22,5% dei casi: nel 63% perché è stato fissato un appuntamento in una seduta diversa.
    I dati sulle coperture del vaccino contro lo pneumococco, a differenza di quanto accade per altre vaccinazioni, non vengono sistematicamente raccolti e l'offerta, pur se raccomandata e gratuita, "presenta notevoli differenze regionali nell'organizzazione e nell'erogazione". Solo il 48% dei medici la registrata su piattaforma anagrafe regionale e solo l'1,8% degli aventi diritto ha ricevuto la lettera da parte della ASL con l'invito a vaccinarsi. "Occorre subito un uniforme e programmato monitoraggio delle coperture da pneumococco negli adulti - afferma Valeria Fava, responsabile politiche della salute di Cittadinanzattiva - come già accade per il vaccino antinfluenzale. Bisogna però anche ampliare i punti di accesso alla vaccinazione attraverso la sottoscrizione di un accordo nazionale con i medici di medicina generale", così come attraverso il "coinvolgimento della farmacia dei servizi come ulteriore punto di somministrazione". (ANSA).
   









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