Spettri, l’impatto della psoriasi oltre la pelle



Per molte persone con psoriasi la convinzione è che le loro vite avrebbero potuto prendere una strada diversa se non avessero avuto la patologia. Da questa considerazione nasce Spettri, il secondo cortometraggio promosso da AbbVie per la campagna internazionale Let Me Be Clear. Questo secondo episodio, che viene dopo il corto Da Capo presentato nel 2020, vede di nuovo alla regia Paolo Santamaria, ex allievo della Scuola Nazionale di Cinema, e come interpreti gli attori Nicola Nocella, Maria Vittoria Casarotti Todeschini e Lisa Granuzza Di Vita, anche loro ex allievi di spicco del Centro Sperimentale di Cinematografia. Il Corto propone ancora una volta quell’approccio comunicativo diverso che ha incuriosito, sorpreso ed emozionato nel primo episodio. Un modo diverso di raccontare la malattia partendo dal suo impatto globale, attraverso la metafora e il concetto delle “sliding doors”. Non si parla direttamente della malattia – la psoriasi non viene citata nemmeno una volta - ma è concepito come una metafora creativa che intende trasmettere sensazioni ed emozioni simili a quelle legate alla psoriasi attraverso la musica. Infatti, il leit motive di questo secondo episodio è l’Opera 70 numero 1 di Beethoven, anche conosciuta come “Il trio degli spettri”. Secondo la leggenda vi è un qualche legame con il Macbeth di Shakespeare e, come in Macbeth, Spettri indaga i profondi dissidi che l’Io riesce a produrre sul vissuto del singolo individuo, andando a scavare tra desideri e paure. “Spesso il conflitto più duro si combatte con gli spettri creati dal nostro io, tra il desiderio di vivere e la mancanza di sicurezza e fiducia in sé stessi - dichiara il regista Paolo Santamaria - Il corto si basa su questa metafora, ma pone l’accento sulla possibilità di un riscatto, attraverso un percorso prima di tutto interiore ma anche e forse soprattutto di dialogo e confronto con l’altro. Spettri è un invito a non sentirsi mai sconfitti ricercando una strada per superare le proprie paure, uno spunto per rinascere, per brillare e sentirsi liberi di far emergere la propria voce”.









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