Ucraina: Gianotti, Cern può piantare semi pace



(ANSA) - DUBAI, 09 MAR - "La conoscenza scientifica non ha passaporto, genere, razza e partito politico. Oggi ci troviamo in una crisi di guerra e certamente luoghi come il Cern e il Sesame non possono risolvere conflitti geopolitici, ma possono abbattere le barriere e aiutare a crescere le giovani generazioni in un ambiente rispettoso e tollerante, dove la diversità è un grande valore. Luoghi come il Cern e il Sesame possono piantare semi di pace in un mondo frammentato". Lo ha dichiarato Fabiola Gianotti, direttore generale del Cern, in collegamento all'evento "Fisica che catalizza la crescita e unisce le persone" al Padiglione Italia di Expo 2020 Dubai, all'indomani della sospensione della Russia dallo status di Osservatore nell'organizzazione.

Già alla fondazione del Cern, "le menti visionarie dei padri fondatori avevano compreso che la ripartenza economica passava anche attraverso gli investimenti nella scienza, un pensiero moderno. Allo stesso tempo, la scienza può essere catalizzatore di pace. Questo era il sogno iniziale e credo che negli ultimi 70 anni il Cern ha fatto del suo meglio per implementare questo sogno", ha detto la direttrice del Cern, in un precedente passaggio del suo intervento, evidenziando come oggi il centro "è un laboratorio globale, contando su 17 mila scienziati da tutto il mondo, oltre 110 nazionalità e alcuni vengono da Paesi che non sono migliori amici tra loro ma qui al Cern lavorano insieme, animati dalla stessa passione per la scienza".

"Credo che la scienza, e in particolare la ricerca fondamentale è assolutamente cruciale per affrontare le sfide di oggi, dal cambiamento climatico alla pandemia", ha detto Gianotti. "La scienza è anche importante perché come evidenzia l'attuale crisi, i problemi di oggi non possono essere affrontati senza uno sforzo collaborativo, e la collaborazione è nel nostro Dna. La scienza è collaborativa per natura attraverso nazioni e frontiere" e "può avere un ruolo chiave nel connettere le persone nel nostro mondo frammentato, perché è universale e unificante". (ANSA).









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