IL CASO

Dopo la condanna di Losanna ora Schwazer punta tutto su Bolzano

Il processo, fissato per il 30 giugno, potrebbe slittare a settembre. Il marciatore: "Per me è comunque importante dimostrare la mia innocenza"

 



BOLZANO. Il marciatore altoatesino, campione olimpico della 50 km a Pechino 2008, Alex Schwazer dopo la condanna a Losanna ora punta tutto su Bolzano. «Sapevamo che a Losanna le possibilità erano scarse - così l'atleta al Dolomiten -, perchè ci sono molti indizi, ma ancora nessuna prova certa».

Il tribunale federale di Losanna ha infatti bocciato il suo ricorso contro la squalifica per otto anni per doping, comminata all'atleta dopo la positività al testosterone rilevata in un controllo a sorpresa del primo gennaio 2016. I giudici svizzeri hanno respinto la tesi dei legali di Schwazer, secondo cui sarebbero emersi fatti nuovi dalle indagini in corso a Bolzano, ma l'atelta non si dice deluso, «perchè dopo lo spostamento dei giochi olimpici a Tokio, per me ora non è più così importante».

Schwazer ora ha tempo per far valere le sue ragioni. «Punto su Bolzano e sono fiducioso che la mia vicenda possa avere un buon esito», dice Schwazer. «Che le provette nei laboratori vengono manipolate, lo sappiamo dai fatti avvenuti a Mosca. Se nel mio caso le provette sono state manipolate, allora il laboratorio di Cologna è sicuramente coinvolto», dice Schwazer in riferimento al fatto che il laboratorio ha esitato a lungo prima di concedere le provette in questione al giudice di Bolzano Walter Pelino che ne aveva fatto richiesta per farle esaminare dal Ris di Parma.

«I miei avversari non sono gli atleti, ma la Iaaf (Federazione Mondiale di Atletica Leggera) e la Wada (Agenzia mondiale antidoping)», così Schwazer. La data per il suo processo a Bolzano è fissata per il 30 giugno, ma Schwazer pensa che possa essere spostata a settembre per la crisi del coronavirus. «Per me è comunque importate poter dimostrare la mia innocenza», ribadisce Schwazer al Dolomiten. 













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