E la Svizzera ieri ha respinto il ricorso sospensivo d’urgenza

losanna (svizzera). Dalla Svizzera arriva un forte rallentamento nella lunga e sempre più tortuosa marcia di avvicinamento a quel sogno che si chiama Olimpiade di Tokyo. Alex Schwazer, partito in...


Marco Marangoni


losanna (svizzera). Dalla Svizzera arriva un forte rallentamento nella lunga e sempre più tortuosa marcia di avvicinamento a quel sogno che si chiama Olimpiade di Tokyo. Alex Schwazer, partito in quarta a chiedere prima la sospensione e poi eventualmente la cancellazione di quella pesante squalifica di otto anni inflitta con tanti interrogativi dal Tribunale Arbitrale dello Sport nell’agosto del 2016, è costretto a ingoiare un altro boccone decisamente amaro. Nella stessa giornata in cui (vedi articolo qui sopra, ndr) la Corte d’Appello di Bolzano ha assolto i dottori Giuseppe Fischetto e Pierluigi Fiorella dall’accusa di favoreggiamento nell’ambito del caso doping, il Tribunale Federale della Confederazione elvetica di Losanna, dopo una lettura e valutazione in tre soli giorni delle oltre cento pagine inviate dallo Studio Associato Brandstätter tramite l’avvocato Antonio Rigozzi dello Studio Lévy-Kaufmann Kohler di Ginevra, ha emesso il suo parere: niente provvedimento d’urgenza per valutare la concessione della sospensione. Secondo il Tribunale elvetico la richiesta d’urgenza «non risulterebbe con estrema verosimiglianza fondata e cioè che non risulterebbe con assoluta certezza la relativa prova».

I legali bolzanini prendono atto e il prossimo anno – ovvero tra circa un mese... – torneranno a chiedere la sospensione d’urgenza. Mai come in questo caso il tempo è tiranno e se ci fosse una possibilità (davvero minima) di partecipare a Tokyo 2020, bisogna accorciare i tempi. Le gare di qualificazione sono alle porte, in marzo.

«Sulla base della valutazione, Alex Schwazer continuerà il procedimento in oggetto nella convinzione di poter fornire ulteriori elementi di prova a supporto dell’invocato provvedimento e dell’accertamento della manipolazione della sua prova prelevata il primo gennaio 2016», ha precisato l’avvocato Brandstätter che dall’inizio ha difeso Alex da lui considerato come “un figlio”.

La richiesta della sospensione era stata avanzata dopo quanto scritto dal gip di Bolzano, Walter Pelino, che indicava, allo stato degli atti, «l’ipotesi della manipolazione (delle provette di urina) rimane in campo ed è l’unica che non richieda una sperimentazione per dimostrarne la fattibilità» del controllo antidoping del primo gennaio 2016, quello che ha successivamente portato alla squalifica di Schwazer.

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Valeria Frangipane

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