Gli altoatesini affascinati dal vero stadio “all’inglese” 

Oltre il match. Il mitico «Friuli», oggi per le partite dei bianconeri denominato «Dacia Arena», vanta anche delle particolarità come il maxischermo che fu quasi da record e oggi è...diviso in due



Udine. La magìa del “friuli”... anzi del “dacia arena”. è durata qualche minuto l’emozione che ha avviluppato la pattuglia biancorossa, nel calcare il terreno del catino friulano, struttura concepita per stupire e farsi ammirare. e lo stupore ha fatto capolino sui volti di morosini e compagni, nell’ammirare uno dei primi impianti italiani concepiti “all’inglese”, ovvero con tutti i posti a sedere. l’idea di cominciare a porre le fondamenta per il futuro, i dirigenti friulani l’ebbero a metà degli anni settanta, quando l’allora sindaco di udine, angelo candolini, decise di consegnare alla città uno stadio moderno, sullo stile dello stadio olimpico di monaco e del gateway arch di san louis, nel missouri. il vetusto “moretti” fu così riammodernato di sana pianta e nel 1976 ci fu il taglio del nastro del nuovo impianto, quando l’udinese viaggiava in terza serie. all'atto dell'inaugurazione lo stadio era ancora senza nome (denominato informalmente "stadio dei rizzi", dal nome del quartiere circostante) e incompleto: gli unici spalti realizzati con struttura in cemento erano quelli della tribuna coperta, mentre il resto (le curve e i distinti) era ancora in nuda terra, e ciò consentiva di accogliere anche fino a 50.000 spettatori. soltanto negli anni ottanta, poi, i settori vennero “stabilizzati”, dotati tutti di seggiolini.

E veniamo al nome, lo “stadio friuli”. la decisione di battezzarlo con il nome della regione a statuto speciale maturò sulla spinta emotiva legata al terremoto che sconvolse il friuli, oltre alla concomitanza con le celebrazioni per il centenario dell'emigrazione friulana in argentina. eventi che spinsero gli amministratori a imporre il nome “stadio friuli” all’impianto e “piazzale argentina” al largo antistante l’impianto.

C’è anche da sapere che la denominazione imposta nel 1976 rimane in piedi ancora oggi, nonostante l’udinese abbia stretto un rapporto di partnership con l’azienda automobilistica rumena, che prevede anche la titolazione dell’impianto. il comune di udine, proprietario del terreno, ha però arricciato il naso escludendo dalle carte amministrative il termine “dacia arena”, nome che può esser fatto valere solo per le gare interne dell’udinese ma non per gli altri eventi ospitati nella struttura.

Costruito per stupire, il “dacia arena”, con i suoi 25.132 posti a sedere, rappresenta la ventesima arena scoperta ed è anche il secondo impianto moderno del belpaese di proprietà di un club calcistico, dopo l’allianz stadium di torino di proprietà della juventus.

Nel corso degli anni la magìa del “friuli” si arricchì di un altro elemento avveniristico: il tabellone cosmo. sino ai primi anni ottanta, lo stadio era dotato di un semplice tabellone segnapunti. nel 1984 lo “storico” presidente bianconero lamberto mazza decise di far allestire un vero e proprio maxischermo. l'impianto, denominato appunto cosmo (costo: 5 miliardi di lire...) si caratterizzava per le sue imponenti dimensioni (era alto 8 metri e largo 9,45), che lo rendevano il terzo maxischermo più grande del mondo, preceduto solo da quello daL memorial coliseum di los angeles e del veterans stadium di filadelfia.

Nel 2010 fu installato il nuovo cosmo: il più grande megaschermo presente in uno stadio europeo. inaugurato in occasione della sfida udinese-juventus (19 settembre), l’impianto costò 900.000 euro e rimase attivo fino al 2 febbraio 2015, per essere quindi smontato e riassemblato in due nuovi maxischermi, che sono stati posti sotto la copertura delle due nuove curve. F.r.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità