Hockey, la nazionale dimezzata da infortuni e Covid19
Senza molti giocatori-chiave e senza l’head coach Greg Ireland, tutti positivi al Covid-19, l’Italia di hockey su ghiaccio parte domani 16 maggio per il Mondiale Top Division.
BOLZANO. Onorare la maglia azzurra, rispettare fino in fondo i valori dello sport, dare l’opportunità a ragazzi giovani e giovanissimi di confrontarsi con il meglio dell’hockey su ghiaccio mondiale. Ecco gli obiettivi della nazionale italiana di hockey che partirà domani, 16 maggio, da Verona diretta a Riga, dove il 21 maggio inizieranno i Mondiali Top Division.
Sarà un Blue Team falcidiato dalle assenze in pista e anche in panchina, quello che salirà sul volo per la Lettonia. Una squadra colpita duramente dagli infortuni e, soprattutto, dal Covid-19.
Nonostante i controlli costanti e il rigido rispetto dei protocolli di sicurezza, infatti, il virus si è beffardamente incuneato nel gruppo azzurro, infettando (fortunatamente senza sintomi gravi) molti dei giocatori-chiave della squadra e anche l’allenatore. In totale, i casi di positività sono stati 15, due dei quali sono rientrati grazie al superamento della malattia certificato da un test PCR negativo.
Rispetto alle convocazioni originarie, sono stati tagliati per scelta tecnica i seguenti giocatori: Simone Dadiè, Leonardo Felicetti, Enrico Larcher e Gianluca March. La lista dei giocatori attualmente positivi al Covid-19 è piuttosto lunga, ed è suddivisa tra coloro che sicuramente non potranno partecipare al Mondiale, e coloro che invece potrebbero aggregarsi alla squadra una volta negativizzati.
Tra i primi vi sono il portiere Andreas Bernard e gli attaccanti Tommaso Traversa, Michele Marchetti e Matthias Mantinger, che non sono stati inseriti nella lista dei 28 inviata alla IIHF.
Potrebbero invece entrare a far parte del roster a torneo in corso altri giocatori attualmente positivi al Covid-19: il portiere Jake Smith, i difensori Thomas Larkin, Enrico Miglioranzi e Alex Trivellato e l’attaccante Markus Gander. Nella stessa situazione si trovano l’head coach Greg Ireland e uno dei suoi assistenti, Riku-Petteri Lehtonen.
Ireland continuerà a svolgere, nei limiti del possibile, il suo ruolo di capo-allenatore da remoto, per l’inizio dell’avventura mondiale la squadra sarà guidata in panchina da Giorgio De Bettin, Fabio Armani e dall’allenatore dei portieri, lo svedese Peter Andersson.
Tutti coloro che sono partiti per la Lettonia sono stati vaccinati nei giorni scorsi contro il Covid-19, e la nazionale di hockey su ghiaccio risulta dunque essere tra le primissime rappresentative sportive del nostro paese a ricevere una dose di vaccino.
Per infortunio hanno dovuto saltare il Mondiale diversi giocatori tra cui Diego Kostner, Giovanni Morini, Marco Insam, Joachim Ramoser, Domenic Alberga, Ivan Tauferer e Luca Zanatta.
“Ci troviamo senza dubbio in una situazione complicata – commenta il presidente della FISG, Andrea Gios – e molti potrebbero pensare che sarebbe stato più semplice alzare bandiera bianca.
Noi, però, vogliamo onorare fino in fondo quello che ci siamo guadagnati sul campo nel 2019 a Bratislava: lo dobbiamo al nostro sport, lo dobbiamo alla maglia azzurra, lo dobbiamo alla IIHF che ha organizzato questi Mondiali nonostante la pandemia. Le assenze ci costringono ad anticipare di qualche anno l’inserimento di una serie di giovani su cui puntiamo in ottica Olimpiadi 2026: per loro si tratta di una grandissima opportunità, e ci aspettiamo che tutti diano il meglio per non sfigurare contro squadre oggettivamente più attrezzate.
La Federazione ha fiducia nei ragazzi, negli allenatori e nello staff: mi auguro che, seppur da lontano, i tifosi italiani facciano sentire il loro affetto a questo gruppo”.