I medici : «La C non può giocare» 

Calcio. L’associazione dei sanitari della categoria ha protestato formalmente contro la decisione della Figc di portare a termine anche la terza serie nazionale: «La ripresa della serie C con questo protocollo è un'ipotesi irricevibile". Oggi l’assemblea della Lega dilettanti


FILIPPO ROSACE


Bolzano. Decidere per non decidere. Il Presidente Gravina ha deciso di far ripartire i campionati professionistici (A, B, C) ma la decisione vera maturerà il prossimo 28 maggio quando la FIGC si confronterà con il Ministro della Salute Speranza per valutare dati epidemiologici e possibilità concrete di poter stilare un calendario che, come maturato dalla riunione del Consiglio Federale, dovrà sancire l’atto conclusivo il prossimo 20 agosto. La “scelta” del presidente Gravina di far riprendere l’attività alla serie C, ha di fatto, determinato l’esplosione di una polveriera di polemiche e di levate di scudi, sia tra le sessanta società coinvolte (tranne ovviamente alcune come Reggiana e Bari che hanno polemizzato contro la proposta di cristallizzazione delle classifiche) che anche tra gli addetti ai lavori come ad esempio il personale sanitario della realtà sportive.

Andiamo con ordine, partendo dai motivi che hanno spinto influito sulla decisione del Presidente Gravina. Il primo è di carattere “politico”: da ambienti di Palazzo, difatti, è trapelato il “fastidio” avvertito dal massimo rappresentante della FIGC provocato dai costanti passi in avanti compiuti dal presidente della Lega Pro Ghirelli che, in più, riprese ha ribadito (alla fine con un protocollo di proposte) la soluzione finale per la Lega Pro. Detto questo, la seconda motivazione avrebbe spinto il presidente Gravina ha definire una piattaforma che, se proprio si deve, dovrà essere l’organo di Governo a smentirla. E veniamo al fuoco di fila delle polemiche. Già ieri il presidente Ghirelli si è limitato a dire: “è la FIGC a decidere…ma la Lega Pro ha delle proprie specificità…”

Una timida (ma sensata) reazione allo sgarbo ricevuto dalla Figc, che ha trovato una forte ed immediata sponda dai medici della serie C. L’associazione dei medici “Lamica” ha formalizzato una decisa protesta, inviando all’attenzione di Gabriele Gravina un documento di dissenso espresso nei confronti delle decisioni maturate in Consiglio Federale.

"La ripresa della serie C, - ha dichiarato all’Ansa l’associazione dei sanitari - con questo protocollo, è un'ipotesi irricevibile".

A questo fronte caldo si aggiunge quello elevato dalle sessanta società dl Lega Pro che mettono sul tavolo l’inadeguatezza delle tempistiche, ed anche la limitatezza delle risorse economiche a disposizione. La maggior parte delle società di terza serie, difatti, non hanno la forza economica di poter affrontare il viatico stabilito dai protocolli sanitari: tamponi, analisi, sanificazione costante degli impianti ed altro. Lo scenario scatenato dalle decisioni della FIGC ha provocato una ribellione che potrebbe sfociare (così come trapelato nella giornata di ieri) in uno sciopero che impedirebbe di fatto la ripresa dell’attività richiesta. A questo punto cosa succederà il 28 maggio?

Se venisse certificata dal Governo la richiesta di portare a conclusione la stagione agonistica, è probabile che il Presidente Gabriele Gravina tiri “fuori dal cilindro” l’idea di concedere alla Lega Pro solo la disputa dei playoff e playout. Cartellone che troverebbe spazio di svolgimento nei due mesi previsti: luglio ed agosto. E i dilettanti?

La strada è decisa ed è quella dello stop definito dell’attività stagionale. Oggi il Presidente Cosimo Sibilia riunirà il Consiglio di Lega dove discuterà e ratificherà le decisioni che ogni singolo comitato regionale o provinciale porterà all’attenzione. Il fatto certo è che la serie D, cristallizzate le classifiche, esprimerà le nove promosse alla serie C e le relative retrocessioni. Discorso valido per Eccellenza e Promozione: E quindi questa sera si potrà attestare che il Trento del presidente Giaccasarà bentornato in serie D.

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