Il Bressanone diventa partner dell’Avis

Bolzano. Sport, salute, altruismo: tre parole che non possono che regalare positività. Se unite in un unico soggetto, ancora di più. La formazione maschile dell’SSV Bressanone di pallamano è...



Bolzano. Sport, salute, altruismo: tre parole che non possono che regalare positività. Se unite in un unico soggetto, ancora di più. La formazione maschile dell’SSV Bressanone di pallamano è diventata partner dell’AVIS e contribuirà alla diffusione del messaggio promosso dall’Associazione Italiana dei Volontari del Sangue.

“Siamo già testimoni dell’AIDO, ma volevamo fare qualcos’altro, nel nostro piccolo, per pubblicizzare la sensibilità verso il volontariato – ha spiegato il ds dei biancoverdi, ex nazionale italiana, Gigi Da Rui –. Dare sensibilità e comunicare all’opinione pubblica dei valori positivi è qualcosa che ci si sente dall’interno”.

Lieta della partnership Renate Prader, la presidentessa dell’AVIS di Bressanone, che ha commentato con le seguenti parole.

“Noi dell’AVIS l’anno scorso abbiamo pensato di sponsorizzare la femminile del Brixen, regalando loro una felpa. Successivamente, anche la squadra maschile si è rivolta a noi con l’intento di dare visibilità al nostro logo e di essere un portatore significativo di salute. Ne abbiamo discusso nel direttivo, concludendo che quello tra lo sport e i donatori del sangue è un ottimo connubio. C’è poi da dire che le ragazze indossavano spesso la maglia. Probabilmente, vedendo il logo, tante persone ci pensano su. E noi abbiamo bisogno di donatori… Ultimamente vediamo tanti ragazzi giovani”.

Ma i donatori arriveranno dalle sponsorizzazioni? “Dall’anno prossimo, probabilmente, faremo un questionario per capire la provenienza dei donatori” ha detto la dottoressa Prader, comunque soddisfatta del lavoro fin qui svolto. “Stiamo riuscendo a sostituire i fuori età con i giovani. Di solito ci arrivavano persone di una certa età che lo facevano magari perché avevano un amico con problemi di trafusioni. Ultimamente, invece, vediamo sempre più giovani che si iscrivono al nostro registro, senza avere interessi di nessun tipo. E questo è il segno che hanno realmente capito il significato del dono”.

Lo ha capito fin da giovane anche l’attuale direttore sportivo del Bressanone, Gigi Da Rui: “Anch’io quando avevo 18 anni ho avuto bisogno di trasfusioni, quindi ne conosco bene il valore. Per questo mi sono informato molto presto sul volontariato e mi sono mosso di conseguenza. Sono un donatore, e lo sono anche diversi giocatori, da alcuni anni. Credo nel volontariato e infatti sono anche all’interno dell’associazione AIDO (Associazione Italia per la Donazione degli Organi) altoatesina. Non si finisce mai di dare info alla gente: si può donare qualcosa e a se stessi non succede niente. Anzi, la salute dei donatori è molto più sotto controllo di quella di chi non dona. Non è solo un atto di amore verso gli altri, ma anche verso se stessi e verso il proprio corpo”.















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