La storia

Il sogno americano di Nicholas Oberrauch

Il figlio di Robert Oberrauch, già giocatore di Roma, Verona e Parma partecipa al campionato universitario americano con la squadra della Palm Beach Atlantic Sailfish Univeristy, in Florida. «Studio Finanza ma punto a diventare un calciatore professionista. Una scelta di vita»  


Valentino Beccari


BOLZANO. Nicholas Oberrauch è figlia d’arte. Papà Robert infatti è una leggenda vivente dell’hockey su ghiaccio, bandiera del Bolzano e della Nazionale ed inserito nella Hall of Fame della federazione internazionale. Con un riferimento così indossare i pattini ed impugnare la stecca dovrebbe essere un riflesso incondizionato ed invece Nicholas sin da piccolo al ghiaccio ha preferito il manto erboso ed alle lame affilate dei pattini gli scarpini bullonati. E in camera il poster del re di Roma Francesco Totti anche perchè Nicholas è cresciuto nella capitale con il mito del “Capitano”. E a Trigoria Nicholas si è svezzato indossando la maglia delle giovanili della Roma per poi passare a Verona, Latina, Parma inseguendo il sogno di diventare calciatore professionista. E per realizzarlo Nicholas è andato come i pionieri di due secoli fa alla conquista del West o meglio dell’Est visto che dalla scorsa stagione milita nella Palm Beach Atlantic Sailfish Univeristy, in Florida che partecipa allla Ncaa, il campionato universitario americano.

Nicholas, lei era un giovane promettente del Parma come mai la scelta di andare negli Usa?

Ero in prestito al Delta Porto Tolle in serie D ma volevo cambiare squadra e allora parlando con il diesse del settore giovanile Luca Piazzi si è creata questa opportunità anche con l’aiuto di Guido Riffeser, un altoatesino che fa parte dello staff tecnico della mia squadra. Ho studiato inglese per alcuni mesi, ho sostenuto due esami di inglese piuttosto impegnativi ed eccomi qui calciatore nella squadra e studente alla facoltà di Finanza.

Come è organizzata la squadra?

Molto bene. Non siamo dei professionisti ma l’organizzazione è quella di un club professionistico con un centro di allenamento che non ha nulla da invidiare a Trigoria o Milanello, uno staff tecnico preparato e competente. Ci alleniamo tutti i giorni e due volte a settimana abbiamo il doppio.

Ci sono calciatori provenienti da tutto il mondo?

Sì, la squadra è una multinazionale con soli 5 americani, tanti europei e sudamericani e 2 italiani io e Giancarlo Triulzi che è originario di Milano ma che è cresciuto in Val Gardena.

Come è il livello di gioco nel suo campionato?

Lo paragonerei ad una serie D italiana anche se ovviamente l’età media è molto bassa visto che siamo tutti studenti e quindi manca la malizia dei giocatori esperti. Il mio allenatore è molto tattico, pretende il possesso palla e vuole far partire il gioco dal basso un po’ in controtendenza rispetto allo stile americano molto “palla lunga e padalare”.

È iniziato il campionato?

Sì anche se in via informale a causa del Covid. Effettuiamo i tamponi prima di ogni partita anche se qui il piano di vaccinazione sta galoppando come ben saprete e spero di potervi rientrare.

Come è la sua vita da studente-calciatore?

Molto piena tra allenamenti e lezioni ma mi piace molto. L’unico problema è un po’ il cibo anche se abbiamo qualche buon ristorante italiano come riferimento.

Certo meglio la Florida che il Minnesota...

Senza dubbio. Anche il livello calcistico qui è più alto perchè tutti voglio venire in Florida o in California.

Si sente migliorato come calciatore ?

Sì tantissimo anche perche soprattutto l’allenatore in seconda cura molto la tecnica individuale, il posizionamento, le scelte. È un irlandese molto preparato.

È ancora vivo l’obiettivo di diventare calciatore professionista?

Si, sono ancora giovane e ci credo magari nonproprio la Mls ma una seconda serie americana è un obiettivo raggiungibile. Questa estate parteciperò ad un campionato semiprofessionistico e spero di mettermi in mostra.

Papà Robert è stato un grande dell’hockey e da qualche anno è presidente della Virtus Bolzano...

Per me è sempre stato un modello e fonte di ispirazione, non è mai stato ingombrante, ha rispettato le mie scelte e mi dà molti consigli come ex atleta.

Il sogno americano continua?

Sì, assolutamente.













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