L’atletica regionale tifa tutta per Alex
Dai numeri uno della Fidal altoatesina e trentina passando per Crippa il coro è unanime: «Ha pagato, ora può gareggiare»
BOLZANO. L’atletica leggera del Trentino Alto Adige sta con Alex Schwazer. Lo dicono i dirigenti lo dicono anche gli atleti seppur a taccuini chiusi. Insomma, domenica mattina lungo il circuito alle Terme di Caracalla non ci sarà nessuno dei regionali a manifestare con magliette o palettine rosse ideate e costruite artigianalmente per l’occasione come qualche “facinoroso” di area comasca sta pensando di fare. Il ritorno in azzurro del marciatore di Calice di Racines, campione olimpico a Pechino 2008 sulla 50 km, è in piena regola con i regolamenti internazionali. Il 6 agosto 2012 alla positività di Schwazer, Stefano Andreatta (oggi come allora consigliere federale nazionale) si era arrabbiato moltissimo ma nel corso dei mesi, si è aggiornato, ha preso atto dei fatti, ha preso a cuore la vicenda e, di tanto in tanto, si è confrontato col presidente Alfio Giomi. «Auspicavo questo rientro perché è la dimostrazione che c’è una giustizia e che quando una persona ha scontato una pena può dimostrare, come nel caso di Alex, di essere un grande atleta. Io mi sento un po’ come il padre nei confronti del figlio che torna a casa dopo aver compiuto una marachella. Sgridato si, ma poi anche aiutato. Alex ha vissuto una brutta parentesi con una pesante squalifica di 3 anni e 9 mesi, non di 6 mesi come purtroppo accade in altre federazioni. Lui ha dimostrato con il suo cammino di aver commesso un errore, speriamo che nessun’altro possa fare un’esperienza del genere».
«Alex a Rio sarà l’atleta più pulito del momento. Il motivo è semplice perché lui è maturato e perché ha accettato le condizioni del suo allenatore Sandro Donati». Lo afferma Bruno Cappello, numero uno della Fidal Alto Adige e presidente dell’Lg Bressanone, il club fondato oltre 30 anni fa che organizza gli eventi più importanti ai piedi della Plose per il quale sono tesserati sia Schwazer che Donati. «E’ tesserato per la mia società perché facendo parte io stesso del progetto di rientro di Alex, serviva una struttura che lo tutelasse dal punto di vista normativo. I nemici tutt’oggi non sono pochi. Personalmente - prosegue Cappello - sono fermamente contrario al doping, però questo non vuole tagliare le gambe a tutti, va data la possibilità di riscattarsi. Alex è stato uno degli atleti che ha preso una delle squalifiche più dure nella storia dell’atletica leggera. Ha accettato alcuni dettami di Donati, come mettersi a disposizione della magistratura, e ha costruito un progetto finalizzato alle Olimpiadi di Rio con controlli antidoping serrati e sempre a sorpresa oltre che ad un equipe scientifica. Non dimentichiamoci che si è affidato a Donati che da sempre è contro il doping e che in questo caso ha messo la faccia accettando di allenarlo consapevole di andare incontro a critiche, anche molto pesanti ed offensive». Il presidente della Fidal Trentino, Giorgio Malfer si dissocia e diffida quanto scritto su un profilo Facebook che il suo Comitato sarebbe contrario al rientro in nazionale di Schwazer. «L’argomento doping non l’abbiamo mai affrontato, ma essendo uomo di federazione non posso far altro di sostenere quanto afferma la federazione nazionale. La dinamiche del pentimento di Schwazer e di Donati come allenatore, rientrano nella sfera personale di ognuno di noi. Chi commette un reato credo vada concessa una seconda chance e non lasciato marcire per sempre. Quando ha fatto certe cose Schwazer era giovane». Da noi interpellati, gli atleti big della regione non hanno rilasciato dichiarazioni sul tema a seguito del monito imposto dal rispettivo club militare. Yeman Crippa raggruppa un po' il pensiero di molti: «E’ giusto che ritorni perché all’epoca della sua positività non c’era la regola del divieto di indossare la maglia azzurra una volta trovati positivi. In questi anni ha fatto tanti sacrifici ed è già significativo che si faccia allenare da Sandro Donati».
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