L'INTERVISTA Clara leoni e filippo g. queirazza 

La coppia che sussurra ai cavalli e ai giovani futuri cavalieri 

Subito dopo il matrimonio hanno abbandonato gli studi universitari per dedicarsi alla loro passione aprendo una scuola di equitazione «Sia principianti che agonisti sono uniti dall’amore per i cavalli» 


Marta Grima


Lana. Clara Leoni e Filippo Gasca Queirazza, 27 anni lei e 33 anni lui, hanno le idee molto chiare su cosa fare nella vita: si sono sposati l’anno scorso, hanno abbandonato gli studi di giurisprudenza e hanno deciso di seguire la loro unica e grande passione: i cavalli. Così hanno fondato la GQ Stable, scuola di equitazione con sede a Lana, alla quale dedicano anima e corpo. La scuola offre corsi sia per adulti sia per bambini e vanta una squadra agonistica ricca di giovani pieni di ambizioni. A guidare il team sono in prima linea Clara e Filippo, cavalieri specializzati in salto ostacoli, nonché istruttori che, insieme ai cavalli e agli allievi della scuola, partecipano a gare nazionali in tutta Italia, dalle categorie più piccole fino ai Gran Premi con altezze fino a 145 cm.

Conosciamo meglio la “coppia che sussurra ai cavalli”.

Clara, Filippo, come è nata la vostra passione per i cavalli?

C.: «La mia passione è iniziata grazie a mio zio, che appena ha potuto mi ha messo a cavallo. Ero talmente piccola che invece di infilare i piedi nelle staffe, troppo lontane per me, li infilavo nelle cinghie che tengono le staffe... Con i miei zii e il nostro cavallo ho girato l’Italia e ho imparato le basi tecniche e ho acquisito la grinta che ancora oggi mi accompagnano. All’età di sei anni mio papà mi ha accompagnata in una scuola di equitazione a Calliano e lì ho intrapreso il mio percorso agonistico».

F.: «Io invece devo la mia passione a mio padre, che ha sempre avuto un debole per i cavalli e ha praticato l’equitazione sin da ragazzo. Basti pensare che ha salvato un cavallo dal macello e gli ha insegnato il salto ostacoli. Ha trasmesso questa inclinazione a mia sorella e poi anche a me. Ancora oggi mantiene viva questa fiamma tifandoci e sostenendoci».

Quanto tempo ci vuole prima di diventare dei buoni atleti?

F.: «È soggettivo. Dipende sia dal cavaliere sia dal cavallo, perché anche lui è un atleta. L’insieme di cavaliere e cavallo prende il nome di binomio ed è proprio sul binomio che bisogna lavorare. Per questo che l’equitazione è uno sport difficile, si è in due. E il nostro compagno non è una persona o una cosa, ma un animale che ha un istinto e un carattere e bisogna imparare a comprenderli. È necessario sapersi fermare e tornare indietro, per rispettare il cavallo. Questa è però anche la parte magica del nostro sport: il rapporto che si crea con i cavalli è speciale e dà tanto a tutti, dai bambini agli adulti».

Dove puntate ad arrivare con la vostra società?

C.: «La nostra società raccoglie sia principianti sia agonisti, ma la filosofia di fondo che unisce tutti è l’amore incondizionato per i cavalli. Sicuramente siamo felici di ottenere buoni risultati, però quello che ci preme è riuscire a trasmettere la nostra passione, che è la nostra vita. Filippo, con la calma che lo contraddistingue, è riuscito a trovare un metodo per insegnare ai ragazzi le fondamenta dell’equitazione e vedere che i ragazzi e i cavalli lo comprendono è la soddisfazione più grande».

Cosa vi sentite di dire a chi sostiene di aver paura dei cavalli?

F.: «Consigliamo di avvicinarsi a loro, di toccarli. Il cavallo per natura è un animale buono, solo diffidente. Per questo ha bisogno di noi, di fiducia e rispetto. Loro sentono le nostre sensazioni e reagiscono di conseguenza».

Com'è il livello dell'equitazione in Italia e in particolare in Alto Adige?

C.: «L’equitazione in Italia è tornata ai massimi livelli da qualche anno con alcuni binomi molto forti e competitivi sul piano internazionale. Purtroppo questo sport non è ancora molto seguito dalla popolazione perché i media ne parlano poco. In Alto Adige secondo noi il livello sta aumentando grazie ai giovani. Bisogna puntare su di loro ed è quello che stiamo facendo».

Come si potrebbe fare per dare maggiore visibilità a questo sport?

F.: «Bisognerebbe avere un po’ più attenzione da parte delle istituzioni e dei media. Siamo atleti anche noi, ci alleniamo ogni giorno dell’anno, l’equitazione non ha stagioni e non ha giorni di riposo. Richiede tantissimo impegno e mi piacerebbe davvero che prima o poi fosse equiparata al calcio, alla pallavolo o al tennis, per esempio».

È vero che l'equitazione è uno sport per ricchi?

C.: «Non è così, sfatiamo questo mito. Per la scuola di base le lezioni costano da 15 a 20 euro. Per un livello medio basta avere tanta passione e le soluzioni si trovano sempre. Noi siamo fieri di avere nel nostro gruppo persone di ogni tipo e poter offrire diverse opzioni: dal cavallo in affitto alla condivisione del cavallo con qualcun altro».

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