Terza vittoria in quattro partite per la gestione Bisoli che riesce ad espugnare il "Renzo Barbera" di Palermo

Lo sbarco in Sicilia porta la terza vittoria al Südtirol


Valentino Beccari


PALERMO. La spedizione dei 50 (staff e pubblico compreso) regala al Südtirol la terza vittoria in campionato. Certo, Garibaldi partì da Quarto è sbarco a Marsala mentre il "rivoluzionario" Bisoli è decollato dall''aeroporto di San Giacomo ed è atterrato a Punta Raise ma la variazione sulla ricostruzione storica è consentita per raccontare del successo più prestigioso di questa avventura in serie B perchè ottenuto contro una squadra che trasuda di blasone e tradizione e in uno stadio dove sono state scritte pagine importanti del romanzo del calcio italiano. Garibaldi fece l'Italia con mille garibaldini al tecnico emiliano per ora è bastata una ventina di giocatori per portare il Südtirol dove volano le aquile.

E pensare che l'allenatore deve rinunciare almeno inizialmente a Rover (problema ad un piede), l'uomo più in forma di questo avvio di stagione, passato nel giro qualche mese da cavallo da rodeo da festa country dell'Arkansas a purosangue di razza degno di galoppare ad Ascott. E allora è costretto ad abbandonare il "4-4-2" marchio di fabbrica della gestione ed optare per un "4-2-3-1" con il centrocampo a tre con Pompetti, sparito dai radar dopo il primo tempo col Pisa, nel ruolo di regista, Tait e Belardinelli mezzale con Casiraghi e Mazzocchi a supporto di Odogwu chiamato a fare a sportellate nel Regno delle due Sicilie.

Una squadra più di pensiero che di gamba ma comunque assimilata concettualmente dalla formazione. Ed in effetti è proprio il Südtirol a creare qualche occasione da gol prima con Tait e Mazzocchi e quindi con Masiello ma per la rete di Odogwu che sblocca la partita bisogna ringraziare per la preziosa collaborazione il portiere rosanero Pigliacelli, uno che crede di avere i piedi di Franco Baresi dei bei tempi con un linguaggio del corpo da primo della classe ma che consegna la palla al bronzo di San Zeno Odogwu che ribatte in porta. Il Palermo degli sceicchi non sembra all'altezza del suo blasone e soprattutto del conto in banca dei suoi proprietari anche se Elia e Brunori danno la sensazione di poter "rompere" la partita da un momento all'altro ma nel conto profitti e perdite e sempre la squadra di Bisoli a narrare le trame più pericolose.

Perché a prescindere dal modulo l'allenatore di Porretta Terme ha portato in squadra quello spirito guerrigliero che era il suo segno distintivo sin fa quando tirava i primi calci sull' Appennino Emiliano. In avvio di ripresa il Palermo alza l'asticella e mette paura alla retroguardia biancorossa. Elia, che evidentemente ha studiato recitazione all'Actor Studio di New York si butta in area quando il suo ciuffio di capelli viene sfiorato da Berra, l'arbitro abbocca e concede il rigore ma il Var si rivela giudice di sani principi costituzionali e fa ritornare il direttore di gara sulle sue decisioni.

Nella ripresa mister Bisoli è costretto a ridisegnare la squadra perchè Pompetti e Belardinelli finiscono la benzina ed il tecnico rischia anche il malconcio Rover che anche senza poter mettere la sesta viaggia più veloce di tutti gli altri. Certo è che in corso d'opera saltano schemi e moduli tanto che ad un certo punto ci sono in campo contemporaneamente quattro attaccanti: Odogwu, Mazzocchi, Rover e Carretta per un modulo anarchico ma comunque efficace. Una sorta di caos organizzato che non si troverà sui manuali di Coverciano ma che alla fine dei conti si rivela efficace. E anche con questo assetto è la squadra biancorossa a rendersi pericolosa con un bel diagonale di Rover che finisce di poco a lato.

Il Palermo prova ad alzare l'asticella del gioco ma manca un uomo pensante alla Corini che per sfortuna dei rosanero fa l'allenatore e non il trequartista della sua squadra. C'è anche tempo per il brivido finale con Vido che costringe Poluzzi ad una super parata e sulla respinta Di Mariani colpisce il palo interno strozzando in gol l'urlo di gioia al pubblico palermitano. Ma l'Italia è fatta.













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