Olimpiadi, resa dei conti al veleno 

Grande attesa. Tra una settimana esatta a Losanna il Cio deciderà a chi assegnare tra Italia e Svezia l’organizzazione dell’edizione dei Giochi del 2026  La svedese Gunilla Lindberg, da 23 anni potente membro del Comitato olimpico internazionale, ha scritto ai colleghi una missiva anti Milano-Cortina


MARCO MARANGONI


Bolzano. L’ottimismo italiano e i veleni svedesi. La corsa ai Giochi olimpici invernali del 2026, i XXV della storia, ha iniziato la sua ultima difficile e scoppiettante settimana prima del voto di Losanna di lunedì 24. Da una parte Milano-Cortina assieme ad Alto Adige e Trentino, dall’altra Stoccolma-Åre con Sigulda, cercheranno di convincere i membri del Comitato Olimpico Internazionale che i loro progetti sono più belli, più funzionali, più economici, più ecosostenibili e più accattivanti.

Quando lo scorso 24 maggio venne reso noto il rapporto della Commissione di valutazione del Cio dopo i tour ispettivi in Italia e Svezia sembrava che la candidatura svedese fosse al limite dal poter stare in piedi; negatività su svariati aspetti, mancato appoggio dell’amministrazione comunale della capitale (tutt’oggi), interrogativi sull’impatto ambientale in alcuni siti e scomodità per raggiungere le sedi fuori Stoccolma. Punti che sulla carta restano ma, più la data del 24 giugno s’avvicina, e più mutano gli scenari.

Il fair play che non c’è

Alla faccia del fair play, Gunilla Lindberg, potente membro Cio in carica da 23 anni e segretaria dell’associazione dei comitati olimpici nazionali, si è azzardata di inviare una lettera ai suoi colleghi membri una lettera per mettere in cattiva luce la candidatura di Milano-Cortina.

Il presidente del Coni Giovanni Malagò che si era sempre battuto per il rispetto della candidatura avversaria senza mai denigrarla, ha prontamente risposto. Seppur di nomina più recente nel Cio (in carica dal 2019) rispetto alla Lindberg, il numero uno dello sport italiano è molto apprezzato a livello internazionale e a sua volta ha inviato una lettera ai colleghi. Uno scritto nel quale viene comunicato «che mai come in questo momento in Italia c'è una formidabile onda di coinvolgimento, adesione, positività e volontà di avere i Giochi». Inoltre, Malagò ha ricordato che «l’80% della popolazione è favorevole alle Olimpiadi», aggiungendo di non aver «mai detto nulla degli avversari perché vietato, sbagliato e inelegante».

«Vorremmo che le Olimpiadi invernali fossero nostre, in questi giorni c'è una spinta molto forte, un'onda, una carica di entusiasmo, con Stoccolma sarà una bella sfida ma sono convinto dal primo giorno che ce la faremo», ha proseguito Malagò.

Diplomazia in campo

La lunga volata verso il voto è lanciata anche alla voce diplomazia. La Svezia ha annunciato che saranno a Losanna sia la 44enne principessa ereditaria Vittoria Ingrid Alice Desirèe, dal novembre scorso Cavaliere di gran croce dell'Ordine al Merito della Repubblica italiana ed appassionata di sci, che il primo ministro Stefan Löfven. Per quanto concerne le presenze istituzionali da parte italiana l’unica certezza al momento è quella del Sottosegretario alla presidenza del Consiglio e con delega allo sport Giancarlo Giorgetti. Possibili le presenze – previa (ri)organizzare dell’agenda – sia del premier Giuseppe Conte che del ministro degli Interni Matteo Salvini.

Le presentazioni di Milano-Cortina difronte ai membri del Cio saranno d’effetto, coreografate da Marco Balich, leader mondiale in questo campo, con musiche di Ennio Morricone.

I numeri della sfida

Nella sfida dei numeri vanno precisati alcuni aspetti. Per l’Italia quelli del 2026 sarebbero i terzi Giochi invernali mentre per la Svezia i primi. Tra le variabili, il 30% dei membri Cio proviene da Paesi esotici che quindi non saranno presenti ai Giochi, il 40% dei membri è alla prima votazione e che di questi molti non provengono dallo sport e la presenza di una buona rappresentanza di teste coronate (la Svezia è una monarchia) e sceicchi. Per esempio cosa farà il Principe Alberto II di Monaco da sempre amico dell’Italia? Per il momento i membri indecisi sarebbero tra i 15 e i 20. L’esatto numero degli aventi diritto lo si conoscerà, però, nei prossimi giorni (prevista qualche assenza). Insomma, il lavoro di diplomazia, il rinfrescare ai delegati degli antichi patti e favori fatti (Russia e Cina in primis) quando c’era da favorire una località anziché un’altra, le storiche amicizie (Carraro e Pescante ne hanno tante), far capire che le strade dello shopping di Milano e Cortina sono migliori di quelle di Stoccolma-Åre (concetto tutt’altro che secondario), saranno fondamentali.













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