Calciio

Per il Südtirol il Gorgonzola non è dolce

Gli altoatesini non riescono ad avere ragione della Giana Erminio, la squadra della città del celebre formaggio. Un peccato perchè in caso di vittoria la squadra biancorossa avrebbe conquistato la leadership


Valentino Beccari


BOLZANO. E alla fine la “banda del formaggio” è riuscita nell’intento di uscire dal Druso indenne e portare a Gorgonzola un punticino. Peccato per il Südtirol che aveva sul piatto corde la palla per conquistare la vetta complice la sconfitta del Padova a Lecco. Certo, la leadership virtuale resta nelle possibilità della squadra biancorossa che attende fiduciosa il ricorso per la partita del Legnago e che mal che vada diovrà limitarsi a gestire il vantaggio di un gol nel recupero del secondo tempo del match rinviato per le linee invisibili.

Resta però il rammarico di non aver vinto una partita più che abbordabile con una squadra che, va detto, ha riproposto a colori quel catenaccio in bianco e nero che ha fatto le fortune del calcio italiano negli anni ’60. Certo, di buono c’è la solidità difensiva del Südtirol che resta la difesa meno battuta del calcio professionistico italiano con il portiere Giacomo Poluzzi, al sesto clean sheet, che porta a 555’ i minuti di imbattibilità. Una vera e propria corazzata difensiva come spiegano i numeri che parlano di primo pareggio interno e nelle sette gare fin qui giocate ben 5 successi e due pareggi con la porta per sei volte imbattuta. Però, come insegna il recente passato, per vincere i campionati bisogna vincere con le squadre di caratura inferiore e pareggiare gli scontri diretti .

Certo, bisogna riconoscere che la Giana Erminio è formazione di bottega e di mestiere che usa l’arte di arrangiarsi. E allora non si affaccia mai alla finestra e non si sporge sul davanzale del centrocampo, chiudendo attentamente anche le corsie esterne perchè si sa, soprattutto di questi tempi, gli spifferi fanno male. Va detto che il Südtirol ha dominato la partita con un possesso palla degno della Spagna di Luis Enrique ma si è trattato di una gestione del pallone senza sbocchi eccessivi nell’area ospite e con un paio di occasioni da gol ma non di più.

Insomma, visto che la Giana ha dettato come regole di ingaggio la scelta di difendersi forse ci voleva un’azione più arrembante e magari un po’ più di spregiudicatezza anche nell’approccio iniziale.

Anche perchè tenere tre centrali come Zaro, Curto e Malomo (impiegato nel ruolo di terzino destro) limita la forza propulsiva della catena di destra e tutto il peso offensivo si sviluppa sulla catena di sinistra prontamente riontuzzata dalla retroguardia lombarda. Per vie centrale poi è difficile andare perchè Gatto è un interditore prestato alla regia, Fabian Tait fa legna e Broh è giocatore di istinto e non di ragionamento. E allora se al centro non si passa bisogna andare per le corsie esterne e così si spiega la correzione in corso d’opera con l’inserimento di un esterno di ruolo come Decol. L’occasione più ghiotta capita nel finale di primo tempo a Fischnaller che, servito da Tait in area, si libera del diretto avversario e conclude, ma il suo tiro viene parato da Zanellati.

Poi nella ripresa doppia chance per il Südtirol nella stessa azione: Casiraghi inventa sulla destra, si libera di tre avversari e serve Tait in area, che conclude trovando la respinta della difesa lombarda. Sulla ribattuta arriva Malomo, il cui tentativo è sventato da Zanellati con la mano di richiamo. Per il resto tanto rumore ma poco pesce nella rete. Per vincere a volte bisogna anche rischiare di perdere e forse da oggi anche mister Javorcic dovrà riflettere su questa considerazione.













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