Pioli parla già “da Milan”: «Lo porto in Champions»
Calcio serie A. Il nuovo mister rossonero si presenta ufficialmente nel segno della decisione «Sono esigente. Il mio slogan è vincere. In campo vorrò vedere idee, intensità e spregiudicatezza»
Milano. Il Milan riparte da zero, ancora una volta. A questo giro però il passo è meno azzardato del solito, perchè il nuovo allenatore è Stefano Pioli, che fa dell’equilibrio e dell’ordine le sue caratteristiche principali. Nel caos rossonero serviva ordine, e questo lo hanno capito in fretta anche i dirigenti di via Aldo Rossi, che hanno esautorato Marco Giampaolo, che di ordine e idee chiare in testa ne aveva forse troppo poche. Il tecnico parmigiano si è presentato a Casa Milan ieri in mattinata, tra il malcontento dei tifosi, illusi che due pietre miliari come Paolo Maldini e Zvonimir Boban potessero guarire il loro Milan in tre mesi. Nulla di tutto ciò, anche se Pioli ci tiene a far capire subito quali saranno le linee guida della sua gestione biennale: «Il mio slogan è vincere. In campo vorrò vedere idee, intensità e spregiudicatezza». Un milione e mezzo di euro a stagione, con il secondo anno rinnovato in caso di raggiungimento degli obiettivi. Quali? Tornare in Europa, e Pioli non si nasconde quando si parla di ambizioni: «Noi dobbiamo lottare per andare in Champions». In caso di quarto posto per lui ci sarebbe anche un bonus di 500 mila euro, ma sappiamo benissimo che gli stimoli per il neo allenatore saranno ben altri, e non quelli economici.
Lui non ama darsi delle etichette, ma sicuramente ha le idee chiare e decise: «Devo conoscere i giocatori, sono molto esigente con loro e con me stesso. Non sopporto la superficialità e la poca ambizione. Dobbiamo dare il massimo per ottenere grandi risultati. Subentro a 31 partite dalla fine quindi c’è tempo per lavorare e fare bene. Il tempo non deve essere il nostro nemico, ma il nostro alleato».
Il tecnico di Parma prende atto del tanto malcontento dei tifosi, ma incassa le proteste social con grande signorilità. «Ho rispetto per i tifosi e loro hanno diritto di critica, ma per me è uno stimolo ulteriore. Ci sarà da lavorare sia sulla testa dei giocatori che sulla disposizione in campo, saranno dieci giorni importanti e cercherò di sfruttare qualsiasi istante».
Il Milan di Pioli avrà poche tracce residue del suo predecessore: «Giampaolo è un bravo allenatore, ma è diverso da me. Io dovrò essere bravo a far arrivare il prima possibile alla squadra le mie idee. Partiamo da un buon livello, ci sono ragazzi di valore, Marco ha lavorato bene e questo è importante. Vorrei far giocare un calcio che i ragazzi abbiamo il piacere di giocare. Io devo aiutarli a farlo».
Zvonimir Boban è seduto al fianco dell’allenatore, assieme a tutti gli altri dirigenti rossoneri. Questo per far capire quanta coesione ci sia sulle scelte, sia per quanto riguarda Pioli, sia per quanto riguarda Giampaolo. Boban appare abbacchiato, come è normale che sia dopo un progetto da poco naufragato: «Un cambio di allenatore è una sconfitta per tutti, ma abbiamo preso una decisione che crediamo giusta per il club. Questa non è la miglior squadra al mondo, lo sappiamo, non la migliore in Italia, ma pensiamo che possa fare meglio e esprimere un gioco migliore di quello che abbiamo visto».
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