Postal - Arberia, rissa da Far West 

Il fatto. Scene da “guerriglia” nella partita valida per l’ottava giornata del girone B del campionato di Seconda Categoria. Alla fine della partita si scatena una vera e propria battaglia con calci e pugni in faccia e inseguimenti per il campo. La calma è tornata solo dopo qualche minuto


FILIPPO ROSACE


Bolzanol L’arcobaleno del calcio altoatesino è sempre più cupo. Il cielo del calcio provinciale, difatti, continua a macchiarsi del nero della violenza, il rosso della vergogna e del giallo perdente dell’ignoranza. Cromatismi emersi sabato scorso al termine della gara Postal-Arberia, valida per l’ottava giornata del girone B, del campionato di Seconda Categoria. Follia collettiva che si é scatenata al triplice fischio emesso dal direttore di gara Morandell, acuti che oltre a a sancire il pareggio (1-1) tra le due contendenti, hanno scatenato un terzo tempo intriso di inseguimenti, pugni, calci e schiaffi…insomma una gazzarra indescrivibile.

Ma cos’è che ha fatto “brillare” tanta violenza?

“Innanzitutto c’è solo da scusarsi per quello che è successo – dichiara il capitano dell’Arberia Arion Lekiqi – tutte cose che non fanno parte del calcio. Situazioni che si sono verificate al termine di una gara che era viaggiata sui binari della tranquillità sino ai minuti finali. Cosa è successo? Eravamo in vantaggio per uno a zero e al novantesimo l’arbitro si è recato sulla panchina del Postal a parlare con uno di loro…parlavano in tedesco e non ho capito nulla. Fatto sta che sono stati concessi prima sei minuti di recupero, poi ne ha dati altri sei…poi ancora un minuto…insomma una situazione che continuava a stranirci tanto che da capitano sono andato a chiedere ma senza insistere perché non volevo rischiare sanzioni. Il gol del pareggio loro è arrivato al minuto 111 dopodichè l’arbitro ha fischiato la fine. A quel punto sono entrati in campo tutti ed è iniziato il parapiglia. Risultato a parte, è evidente che tutto dev’essere condannato: sia l’operato dell’arbitro che anche quello dei giocatori, compresi i miei compagni di squadra. Ho già detto al mio presidente che dopo quanto visto, non voglio continuare a giocare. Ci voglio pensare sopra, perché questo non è il calcio e non è bello neanche per la nostra comunità”.

In casa Postal la versione è dei fatti è resocontata da Roberto Pugliese, responsabile della prima squadra.

“Ma quali undici minuti – dice Pugliese – saranno stati sette minuti e mezzo…al massimo otto minuti di recupero. Minuti giustificati dai cambi: ci sono stati nove cambi, cinque da parte Arberia e quattro del Postal. L’arbitro aveva concesso dapprima tre minuti, poi il nostro allenatore ha replicato dicendo: “come si fanno a dare tre minuti quando sono stati fatti nove cambi”? Al che l’arbitro ha detto allora facciamo sei minuti, che poi sono stati sette perché il gioco è stato spezzettato provocatoriamente da parte della squadra avversaria, che voleva così far passare il tempo. Una cosa è certa: avevamo segnato il pareggio prima ancora che l’arbitro assegnasse il recupero…poi è successo quello che è successo!”

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