L'INTERVISTA dieter knoll 

«Ripartire sicuri ad ottobre ma col pubblico» 

Il patròn. L’obiettivo è ripartire coi tifosi sulle tribune, garantendo una capienza ridotta nei palazzi. La Lega ha prontamente inviato al Ministero dello sport austriaco il dossier denominato “Return to play”


Thomas Laconi


“Il sistema punti adottato nel nostro campionato è il frutto di un accordo tra le società e dunque non vedo perché bisognerebbe fare un passo indietro. E´ un modo per tutelare soprattutto le società “piccole” e garantire l’equilibrio del campionato, fattore che tanti ci invidiano”.

Dieter Knoll, amministratore delegato del Bolznao, non si scompone più di tanto dopo l’uscita del manager del Kac Oliver Pilloni, che in una recente intervista aveva contestato il sistema a punti che regola i roster delle squadre del campionato, definendolo oramai superato e rivedibile, auspicando allo stesso tempo una riduzione del parco stranieri. Knoll ha una sua linea, che è quella di quasi tutte le società del campionato, frutto di un accordo ratificato a suo tempo.

Per il numero uno biancorosso, intanto, l’ipotetica “fase 1” nella lega si concluderà solamente a fine mese, dopo la risposta del Ministero dello sport austriaco al dossier denominato “Return to play”, elaborato dai vertici del campionato. Niente mercato, per il momento, ma Knoll ha un pensiero fisso. “Ripartire con il pubblico nei palazzi”.

Dieter Knoll, da Klagenfurt è arrivato nei giorni scorsi un segnale forte: via la regola dei 60 punti e meno stranieri per il campionato. Una mini-rivoluzione..

“Sono fermamente convinto che questo sistema abbia garantito in questi anni un grande equilibrio nel nostro torneo, tutelando soprattutto le società piccole. Pensiamo anche all’ultima stagione, interrotta purtroppo sul più bello: la lotta per approdare ai playoff è stata serrata e in stagione regolare la classifica è sempre stata molto corta. Valorizzare i giocatori locali è sempre importante, chiaro, ma in Austria, ad esempio, solo poche squadre possono permettersi di avere i migliori giocatori indigeni nei loro roster, ai quali garantire “certi” contratti. Se togliessimo questa regola, verrebbe a crearsi uno squilibrio evidente, che non aiuterebbe certo il campionato e andrebbe a danneggiare soprattutto le “piccole”. Perché è chiaro che se in Austria si puntasse soprattutto sul mercato interno, si aprirebbe un confronto fra i top-teams, che andrebbero a contendersi i migliori elementi sulla piazza, tagliando fuori gli altri. Rispetto il pensiero degli altri, ci mancherebbe, se Klagenfurt partirà con tre stranieri ben venga, ma non è detto che gli altri partano con 11. A Bolzano siamo partiti con 8 ad inizio della passata stagione, il prossimo anno potrebbero essere 7. Imbottire una squadra di soli imports non significa avere la squadra più forte: non conta quanti giocatori stranieri peschi, ma se i giocatori che scegli riusciranno a diventare funzionali al tuo progetto”.

Un Bolzano con più giocatori di scuola italiana sarebbe però un bel biglietto da visita per chi viene allo stadio. E´d’accordo?

“In questo momento tanti top-player italiani giocano all’estero, in Germania o Svizzera, e per loro quel percorso professionale, per tanti motivi, rimane prioritario. In Italia ci sono pochi giocatori in grado di fare la differenza in Ebel e quelli che ci sono giocano da altre parti. Conta anche quello: non vestirei mai i panni del “pigliatutto”, non sarebbe corretto verso le altre società italiane”.

A Bolzano resta ovviamente in piedi il discorso oriundi. Bolzano ha già intrapreso la sua strada?

“I giocatori con doppio passaporto, per me, sono italiani. Io la vedo così. La loro scelta è frutto di un lavoro costante a livello di scout e dunque sono soddisfatto di quello che abbiamo pescato sul mercato”.

A proposito di mercato: quando aprirà le danze il prossimo ?

“Il mercato è fermo. Non solo da noi, ma anche sulle altre piazze. Quando il Ministero dello sport austriaco risponderà al dossier inviato dalla lega sulla ripartenza in sicurezza, potremmo definire la data di partenza del torneo, la formula e capire se potremo, già da ottobre, ricominciare almeno con una parte di pubblico sulle tribune. Da quel momento, si potrà poi parlare con gli sponsor, proporre il “prodotto”, definire il budget e poi intervenire sul mercato dei giocatori. Ogni passo, in questo momento, va compiuto con grande attenzione”.

Il Bolzano che dallo scorso febbraio divertiva e si è divertito con Ireland è solo un bel ricordo?

“Non mi sbilancio, figuriamoci in questo momento – conclude Knoll - Voglio solo dire una cosa: tantissimi giocatori della passata stagione mi hanno chiesto di ritornare e questo mi sembra già un bel segnale in prospettiva. Faremo tutte le valutazioni e certo sarei felice di riabbracciare tanti ragazzi visti all’opera lo scorso anno. La squadra del prossimo anno dipenderà dal budget e da come avverrà la ripartenza. L’obiettivo è ripartire con il pubblico sulle tribune, anche garantendo una capienza ridotta nei palazzi. Lavoriamo per riportare la normalità, ma molto dipenderà dall’evoluzione della situazione sanitaria nelle prossime settimane. Intanto i confini stanno riaprendo: dobbiamo avere fiducia, ma lavorare per micro-obiettivi”.

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