Sarri indossa la tuta bianconera 

Il nuovo allenatore della Juventus. È terminata nel primo pomeriggio di ieri la telenovela legata al prossimo mister della Vecchia Signora Per il “Comandante” ex Chelsea una sfida affascinante e complicata: a Torino l’obiettivo numero uno è la conquista della Champions League



Torino. Due comunicati, quasi in contemporanea, uno di saluto e l’altro di ben arrivato. Dopo una sola stagione, Maurizio Sarri lascia il Chelsea e torna in Italia, dove allenerà la Juventus: contratto triennale, fino al 2022, per il tecnico nato a Napoli ma cresciuto in Toscana.

Il primo annuncio arriva da Londra: i Blues fanno sapere di aver trovato un accordo con la Juventus visto che Sarri era sotto contratto per altri due anni. «Dopo la finale di Europa League, Maurizio ci ha espresso chiaramente quanto desiderasse tornare in Italia, spiegandoci quanto fossero importanti le ragioni che lo spingevano a tornare - ha spiegato Marina Granovskaia, braccio destro di Roman Abramovich -. Credeva anche fosse importante essere più vicino alla famiglia e per il bene dei suoi anziani genitori sentiva di voler vivere più vicino a loro. Lo ringraziamo per tutto il lavoro fatto durante la stagione, per aver vinto l’Europa League, per averci guidato a un’altra finale di Coppa e al terzo posto in Premier. Gli facciamo anche i complimenti per essersi assicurato il più importante incarico in serie A e gli auguriamo il meglio per il futuro».

Segue quello del club bianconero. «Dopo aver sollevato il suo primo trofeo continentale, adesso Maurizio Sarri ritorna in Italia, dove ha allenato per tutta la sua carriera, fatta eccezione, appunto, per l'esperienza inglese appena terminata. E da oggi, e per i prossimi tre anni (fino al 30 giugno 2022), guiderà la Juventus».

Sarri, dunque, si congeda dal Chelsea dove, dopo la sconfitta nel Community Shield contro il Manchester City, era stato protagonista di una partenza fulminante (cinque vittorie nelle prime cinque gare, imbattuto in tutte le competizioni fino alla sconfitta di fine novembre a Wembley contro il Tottenham). Poi alcuni mesi difficili, sconfitte umilianti (0-6 contro Guardiola), l’obiettivo Champions che si allontanava e le dure contestazioni dei tifosi, con quel “Sarriball”’ coniato per definire il suo gioco che da complimento diventa scherno. La stampa inglese lo dà più volte sull’orlo dell’esonero, il tecnico resiste, perde ai rigori la Coppa di Lega contro il solito Manchester City con tanto di lite col portiere Kepa che rifiuta il cambio, ma poi inizia la risalita. E nel finale di stagione il Chelsea non solo chiude terzo in Premier, assicurandosi un posto nella prossima Champions, ma porta a casa anche l’Europa League.

Ora la Juventus, alla quale ha conteso lo scudetto nei suoi tre anni al Napoli. Raccoglierà l’eredità di un altro tecnico toscano, Massimiliano Allegri, e che eredità: 5 scudetti, 4 Coppe Italia, due Supercoppe italiane e due finali di Champions. Sarri sarà chiamato a vincere ma non solo. Il gioco spettacolare espresso al Napoli - una delle ragioni che hanno spinto il Chelsea a puntare su di lui - è la svolta che la Vecchia Signora cerca per fare quell’ultimo step, quello che la separa dall’agognata Champions League. E per questo non ha esitato a rivolgersi al vecchio nemico, a chi, negli anni partenopei, era stato tutt’altro che tenero verso il club guidato da Andrea Agnelli. A Napoli non la prenderanno bene, già nei giorni scorsi il suo possibile approdo sulla panchina bianconera era vissuto come un tradimento. Ma come ha detto dopo il trionfo di Baku lo stesso Sarri, il rivoluzionario che voleva assalire il palazzo, «la professione a volte ti porta a fare un altro tipo di percorso». Il Comandante guiderà ora un altro assalto, quello alla coppa dalle grandi orecchie.













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