«Voglio restare per provare  a vincere la Ebel con il Bolzano»  

L’intervista. L’attaccante dei Foxes, che da poco ha compiuto 30 anni, ha già iniziato la preparazione fisica in vista della prossima stagione. Nonostante qualche offerta dall’estero, Insam spera di restare ai Foxes e intanto si gode il momento felice fuori dal ghiaccio con Laura Letrari


Thomas Laconi


Bolzano. Nella vita, ogni decennio è caratterizzato da cambiamenti, nuovi auspici e ambizioni personali. Talvolta la famosa crisi dei 30 anni può scatenare dubbi e sentimenti contrastanti. Marco Insam, però, ha la testa sulle spalle ed è cresciuto in fretta, lavorando in silenzio e ottenendo sempre tutto ciò che si era prefissato. Succede solamente a chi impara, fin da giovanissimo, ad affrontare la vita con leggerezza e determinazione, senza farsi prendere dalle paure, affrontando la realtà ogni giorno, con i piedi ben piantati per terra. L'attaccante del Bolzano e della nazionale se la sta godendo appieno, dopo un anno molto intenso, «anche se ho già cominciato la preparazione atletica con Alex Doliana e alcuni compagni di squadra», sottolinea.

Il futuro, Insam, lo vuole definire a breve, prima di ripartire verso un'altra stagione sul ghiaccio. Bolzano rimane la sua priorità, in attesa di apporre la firma sul contratto, pensando anche ad altre opzioni, che il mercato estivo può offrire. A 30 anni, Insam è sempre lo stesso, non ha bisogno di particolari revisioni nella sua vita, perché ha già chiaro quello che sarà il percorso da intraprendere. «Mi sento ancora giovane – sorride – ho ancora tanta strada da percorrere, sempre con lo spirito di sempre».

Marco Insam, partiamo dalla fine. Il suo ex compagno di squadra a Notre Dame Alex Pietrangelo ha coronato il sogno di una vita vincendo con i St. Louis Blues la Stanley Cup. Quanta invidia prova?

«Provo tanta gioia per lui, si vedeva già quando vestivamo la stessa maglia che era un giocatore top e speravo per lui che riuscisse a coronare questo sogno, dopo essere entrato nel mondo della Nhl. Dopo l'Olimpiade, adesso ha vinto anche la coppa, non male direi (ride ndr). Sono contento anche per Jaden Schwartz, altro mio compagno ai tempi della mia esperienza in Nordamerica. Sono gioie incredibili per un giocatore di hockey».

Come ci si sente dopo avere spento 30 candeline. Cambia qualcosa nella sua vita?

«Ripensi solo al passato e alla fortuna che ho avuto vivendo tante esperienze che mi hanno aiutato a crescere come uomo. Ho girato tanto il mondo, partendo da Milano, sono stato cinque anni in Canada, sette a Bolzano, ho giocato un anno anche in Finlandia. In questo lasso di tempo ho conosciuto tante persone, ho vinto e mi sono preso le mie soddisfazioni. Sognavo di diventare un professionista e ci sono riuscito. Speriamo di continuare ancora per dieci anni».

Per lei è stato un compleanno molto speciale. Ci racconta la sorpresa che le hanno fatto?

«La mia ragazza Laura mi ha fatto una grande regalo, radunando ad una grigliata tanti miei compagni ed amici. È stata una sorpresa incredibile, dalla Finlandia sono arrivati anche Andreas Bernard e Matti Kuparinen per festeggiare tutti insieme, ho ritrovato Macgregor Sharp, Miglioranzi è sceso da Asiago, poi c'era la mia famiglia e anche mia sorella, che è arrivata direttamente dalla Svizzera. Una giornata speciale che non dimenticherò mai».

Si può dire che mai come quest'anno l'estate le servirà per rigenerarsi?

«Direi proprio di sì. Sono partito presto con la preparazione per la Champions League, finendo l'avventura con i Mondiali. Dopo un anno così intenso sono contento di poter staccare un po' la spina, anche se ho già ricominciato a lavorare in palestra. Bisogna sempre darsi da fare e farsi trovare pronti in vista del nuovo anno».

Partiamo dal Mondiale: salvezza conquistata ai rigori all'ultima sfida, dopo dieci giorni molto complicati. E' questa la nostra vera dimensione?

«Le prime sei gare sono state difficili. E' bello affrontare i migliori giocatori del mondo, ma quando affronti certe squadre sapendo che sarà durissima spuntarla non è certo facile gestire la situazione mentalmente. In un Mondiale Top Division l'Italia può giocarsela contro tre squadre, quest'anno contro Norvegia e Lettonia abbiamo, fino ad un certo punto, eravamo in partita. In Svizzera, tra un anno, lo scenario sarà lo stesso: contro le compagini alla nostra portata dovremo giocare un hockey concreto, sbagliando il meno possibile. La realtà è questa».

A Bolzano tornerà Clayton Beddoes. Si aspettava questo scelta?

«È un allenatore capace di valorizzare i giovani e credo che a Bolzano potrà fare un buon lavoro da questo punto di vista».

A proposito di Bolzano: resterà in maglia biancorossa?

«La mia priorità rimane il Bolzano, anche se ho ricevuto due offerte dall'estero. Qui mi sento a casa, spero di definire nelle prossime settimane il mio futuro. Ho voglia di vincere con questa maglia, i Foxes sono una realtà importante in Ebel, il concetto di mina vagante ormai è superato, visto che per sei anni di fila abbiamo raggiunto i playoff, il primo traguardo anche nella prossima stagione. Poi, chissà, speriamo di andare molto avanti...».

La sua compagna, Laura Letrari, è una sportiva come lei. Quali sono gli aspetti positivi del vostro rapporto?

«Mi trovo benissimo con Laura, è una ragazza molto determinata, il nuoto è la sua passione. Alle volte si alza alle 4.30 di mattina per scendere in vasca un'ora dopo. Ci supportiamo a vicenda e quando leggi la sua tabella di allenamenti capisci quanto sia importante fare sacrifici ed avere costanza nello sport per ottenere risultati. Sono aspetti fondamentale, la ammiro molto».

Il suo sogno è ancora nel cassetto?

«Gli anni passano, ma vorrei avere la possibilità di giocare le Olimpiadi con l'Italia. Credo sia il sogno di qualsiasi sportivo. Spero di poterlo realizzare».













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