'In azienda abbiamo perso 600mila euro, ma non è finita qui'



"Oggi il cielo è nuvoloso ma non sembra che debba piovere, altrimenti sarebbe gravissimo per il nostro territorio dove il bilancio dei danni per la nostra azienda è di 600mila euro". A parlare è Mario Ricci Maccarini, imprenditore agricolo romagnolo e vicepresidente di Confagricoltura Ravenna, con un'azienda di 500 ettari nella zona di Lugo e Conselice di Ravenna, area sotto i riflettori in queste ore per l'alluvione. " Circa il 20'% degli ettari dell'azienda è in grave sofferenza - spiega all'ANSA Maccarini - parliamo per lo più di colture erbacee, ma anche in parte di vigneti e alberi da frutto come nettarine, susine, albicocche, pesche e actinidia, questi due ultime piante particolarmente sensibili all'eccesso di acqua".
Sulle colture erbacee i danni sono già visibili, ammette l'imprenditore, "le piante stanno appassendo per l'asfissia radicale, ossia le radici rimangono senza ossigeno e la pianta non riesce più ad assorbire i nutrienti di cui ha bisogno; in più, l’assenza di ossigeno e l’eccesso di umidità stimolano la proliferazione di muffe e marciumi. Sono piante perse definitivamente. Diverso il discorso delle colture arboree che per fortuna non si trovano nei crateri delle esondazioni dei fiumi o dove sono stati tolti gli argini per far defluire l'acqua. Per queste colture la conta dei danni esatti si potrà fare solo nelle prossime settimane/mesi, quando saranno evidenti come si sono comportate le radici con l'acqua in eccesso".
A rischio, aggiunge, "non ci sono solo le produzioni dell'anno in corso ovviamente, ma cosa ancora più grave l'intero impianto. Non bisogna poi dimenticare lo stress termico a cui verranno sottoposte queste piante con le alte temperature attese per luglio". Che nella zona si lavori a pieno ritmo ce lo conferma lo stesso Maccarino, "le idrovore sono in funzione incessantemente ma da sole non bastano, ci sono infatti anche tanti impianti a pompa arrivati da tutta Italia e dai contoterzisti della zona che le hanno messe a disposizione. Certo dovrebbero asciugare la zona entro 48 ore, ma non bisogna dimenticare che i terreni si trovano sott'acqua da 6 giorni".
"Abbiamo un terreno generoso in grado di produrre colture di pregio altissimo - conclude Maccarini - andiamo dai 2mila euro ad ettaro per le erbacee, ai 10-15mila per patate, cipolle, pomodori e colture sementiere. Parliamo di danni alle produzioni ma ci sono anche quelli ai macchinari e a tutta l'alimentazione per gli animali negli allevamenti, bisogna aiutare immediatamente le aziende perché a rischio c'è un'intera filiera".









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