Il processo

Tragedia del Garda, il comandante dei carabinieri di Salò: «Nella camera dei due turisti tedeschi un forte odore di alcol»

Il processo per la morte di Greta e Umberto. Un testimone: «C’era una seconda barca che ha suonato il clacson e non si è fermata». La Comunità del Garda si costituisce parte civile

LAGO DI GARDA. «Quando siamo entrati nella stanza dove dormivano i due tedeschi abbiamo sentito un forte odore di alcol». Lo ha detto Fabrizio Cosimo, il comandante del nucleo operativo dei carabinieri di Salò, ricostruendo la mattinata successiva all'incidente nautico del 19 giugno scorso in cui morirono nelle acque del lago di Garda Umberto Garzarella e Greta Nedrotti.

«Dei due coinvolti, uno, Patrick Kassen, si è dimostrato subito collaborativo mentre l'altro, Christian Teismann (uno dei vicepresidenti del colosso dei computer Lenovo), è apparso subito insofferente al controllo e si è rimesso a letto dicendo: “Non siamo in un sistema totalitario, voglio parlare con mia moglie e con le autorità tedesche”», ha spiegato il carabiniere che ha testimoniato in aula nel corso del processo. «Kassen ha accettato di sottoporsi all'alcol test e al prelievo del Dna, mentre Teismann si è assolutamente rifiutato di sottoporsi a qualsiasi test».

Niente riprese fotografiche in aula

I due tedeschi sono imputati di omicidio colposo, naufragio e omissione di soccorso. In aula è presente solo Kassen, attualmente agli arresti domiciliari. Il giudice Mauro Ernesto Macca ha negato attraverso un'ordinanza, qualsiasi ripresa e fotografia dentro e fuori l'aula. «Ritenuto che dalle riprese fotografiche ed audiovisive del dibattimento possa derivare pregiudizio alla decisione» scrive il giudice. Il Comune di Salò nel frattempo ha ritirato la costituzione di parte civile dopo che l'assicurazione della barca dei due tedeschi ha comprato per il Comune gardesano un impianto radar in grado di monitorare il traffico dei natanti in tempo reale.

I due imputati si sottoporranno al dibattimento

La difesa dei due turisti tedeschi ha annunciato in aula che Kassen e Teismann si sottoporranno nel corso del dibattimento all'esame dell'imputato. Nel frattempo il tribunale di Brescia ha accolto la costituzione di parte civile della Comunità del Garda, ente presieduto dal ministro Mariastella Gelmini. «La comunità del Garda ha subito un danno diretto dal fatto così come dedotto in giudizio, quale gravissima lesione all'ordinato e sicuro sviluppo della navigazione sul Garda, che la costituenda parte civile ha assunto quale proprio compito istituzionale prioritario, prima ancora che statuario, e che conseguentemente è qualificabile quale proprio interesse giuridicamente tutelato, concretamente esercitato con modalità ed intensità tali da rendere davvero indiscutibile la sussistenza» si legge nell'atto di costituzione. Per l'avvocato di parte civile «la vicenda per la risonanza internazionale del fatto e naturalmente, per gravità delle conseguenze, assunto una dimensione di gran lunga superiore ad un comune incidente di navigazione».

Il giallo della seconda barca (che non si è fermata)

«Dopo che la barca è sfrecciata è passata una seconda barca che ha suonato il clacson più volte e che però non si è fermata». Lo ha raccontato un testimone durante il processo. «Ero in giardino della casa dei miei suoceri, che si affaccia sul golfo di Salò, e avevo notato una lucina in acqua e ho pensato che fossero dei pescatori. A un certo punto ho sentito un botto, ho visto una barca sfrecciare e non ho più visto la lucina e ho pensato che la barca più piccola fosse stata colpita» ha spiegato il testimone, che ha poi aggiunto: «mentre con mia moglie stavamo decidendo se chiamare la Guardia costiera è passata da quel punto una seconda barca, a velocità nettamente inferiore che aveva due luci dello stesso colore. Ha suonato, non si è fermata ed è andata avanti».