8 marzo: 'Donne di altri pianeti e pesci volanti' in mostra



(ANSA) - ROMA, 06 MAR - Donne incomprese e ferite alle quali l'artista restituisce dignità donando loro la protezione di un mondo nuovo in cui vivere libere, in comunione con l'acqua, i pesci e i colori più belli. E' l'idea dalla quale è partita Chiara Susanna Crespi per le sue opere che saranno esposte l'8 marzo alla Casa Internazionale delle Donne a Roma nella mostra 'Donne di altri pianeti e pesci volanti'. Tutto comincia dalla scoperta di un vecchio baule e da un manuale di medicina degli anni 50 dove donne dai corpi e dai caratteri non conformi sono denudate e classificate: malate, grasse, rachitiche, mascoline, storpie, isteriche, pazze. In foto piangono, sono attonite o guardano sfrontate in camera, hanno paura e freddo. Nessuno le guarda, le ascolta, le comprende: sono solo casi clinici.
    Chiara Susanna Crespi, grafica, fotografa e collagista, ha raccolto queste creature lontane nel tempo, se n'è presa cura, le ha risarcite dalle ferite inferte da uno sguardo patriarcale e accusatorio, donando loro un mondo nuovo. Lo ha fatto usando la sua tecnica di collagista che osserva la realtà e, non ritenendola confacente al senso giusto della vita, taglia, scompone, incolla e ricompone creando pianeti che accolgono ogni persona permettendole di vivere senza ricevere o infliggere crudeltà.
    "Sono le mie donne. Io sono loro, loro sono me, nella lontananza di epoche diverse, siamo unite e ci guardiamo. Bambine, ragazze, vecchie, tutte donne, sono tutti pezzi di me. Ci teniamo insieme - spiega Crespi - mentre i pesci volano silenziosi, se potessero urlare in mare non ci si potrebbe fare il bagno per il frastuono". Donne di altri pianeti e pesci volanti è un progetto iniziato cinque anni fa e composto da 40 tavole: sono opere, in tecnica mista, collage con colori a olio, acquerello su legno, tela e carta. Molta parte del materiale visivo proveniene dai cospicui archivi fotografici della famiglia Crespi. (ANSA).
   









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