Reggia Venaria, fontana Ercole ultimo tassello dei restauri



(ANSA) - TORINO, 21 GIU - Fino a pochi anni della Fontana dell'Ercole Colosso progettata da Amedeo di Castellamonte per i Giardini della Reggia di Venaria, alle porte di Torino, restava solo uno splendido disegno dell'architetto reale. Il complesso originale, con i suoi giochi d'acqua, le 54 statue, e le 65 mila conchiglie incastonate nelle grotte del ninfeo, le scalinate marmoree e i padiglioni ombrosi, giaceva da secoli seppellito sottoterra. Oggi, dopo 5 anni anni di lavori e un investimento di tre milioni e mezzo, il direttore della Reggia Guido Curto ha potuto presentarne il recupero, che completa il restauro del complesso monumentale sabaudo, iniziato nel 1998. L'acqua non arriva più dal vicino torrente Ceronda, affluente della Stura di Lanzo, ma direttamente dalla falda, attraverso un sistema di pompe. "Può sembrare problematico - ha rimarcato Curto - inaugurare una fontana in questo periodo di siccità, ma da storico dell'arte ricordo che le fontane nascevano dove c'era bisogno di freschezza: speriamo quindi che sia di buon auspicio. I visitatori vedranno un'opera di ingegno del Seicento dove i pezzi originali ci sono, e tutto quello che non c'era è moderno, si stacca e si vede". Il restauro è stato finanziato per metà dalla Consulta per la valorizzazione dei beni artistici e culturali di Torino, e per l'altra metà da un gruppo di sponsor: Fondazione Compagnia di San Paolo, Intesa Sanpaolo, Reale Mutua, Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, Amici della Reggia di Venaria Reale, Iren. (ANSA).
   









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