Notte da lupi in Alto Adige: in appena tre ore sono caduti 1.700 fulmini

Notte di lampi e tuoni in Alto Adige. Dopo il caldo record dei giorni scorsi con dieci giorni oltre i trenta gradi, la scorsa notte un violento temporale si è abbattuto sulla provincia di Bolzano. Tra il capoluogo e Merano si è formata una cosiddetta supercella con precipitazioni intense e 1.700 lampi in tre ore. Secondo il meteorologo provinciale Dieter Peterlin, si tratta di un evento piuttosto raro per il mese di settembre. Il tempo oggi resta variabile con rovesci o temporali in transito da sudovest ed alcuni tratti soleggiati.





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Bressanone, la consegna dei diplomi di laurea e il lancio liberatorio del tocco

La cerimonia oggi, sabato 14 settembre, al Palazzo vescovile di Bressanone. Protagonisti i neolaureati della Facoltà di Scienze della Formazione. Il rettore, prof. Paolo Lugli, la preside della Facoltà, prof.ssa Antonella Brighi, e i responsabili dei corsi di laurea hanno consegnato i diplomi ai 282 laureati e laureate dei corsi di laurea triennale e magistrale (video Fabio De Villa)

I 100 anni di Aldo Giacon: «Più forte del lager»

Ogni mattina quindici minuti di cyclette e altri quindici di tapis roulant. «In casa non uso il bastone, ma se esco sì. Sono più tranquillo. Prima avevo il contapassi, adesso cammino meno e li tengo a mente». Qualche settimana fa gli hanno rinnovato la patente. Ogni tanto sale coi figli alla Mendola, dove con la moglie Dina nel 1967 ha costruito una casetta (che lui chiama “baita”) ai Villini di Ruffrè. Ovviamente guida lui. Gli piace tagliare le curve e - qua e là - pigiare l’acceleratore. Ma senza esagerare. «Regola d’oro della mia vita: mai farsi prendere la mano, nel bene e nel male. Affrontare le cose un passo alla volta». Aldo Giacon compie oggi - 14 settembre 2024 - 100 anni. A 13 anni, nel '37, i genitori l'hanno spedito a Bolzano per lavorare in fabbrica, alle Acciaierie. Partito militare, il 12 settembre 1943 è stato catturato dai tedeschi e spedito su un carro bestiame in un lager in Polonia. Ha detto no alla Repubblica sociale perchè non voleva tornare a casa "per sparare ad altri italiani". I nazisti lo hanno costretto a lavorare nelle miniere di carbone e a scavare trincee. E' sopravvissuto a fame, freddo e malattie. "Non sono un eroe, ma con quel no ai fascisti, credo di aver fatto la mia parte".









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