Da geotermia fino al 10% della produzione elettrica italiana



(ANSA) - ROMA, 16 APR - Dalla geotermia a emissioni nulle può arrivare il 10% della produzione elettrica italiana al 2050: una filiera rilevante per la decarbonizzazione e lo sviluppo con un valore stimato pari a 38 miliardi di euro. E' quanto afferma uno studio promosso da Rete geotermica, l'associazione di imprese del settore in collaborazione con The European House - Ambrosetti e presentato oggi.
In Italia Rete geotermica ha in sviluppo 44 progetti per oltre 800 MWe di potenza elettrica installabile ed investimenti di circa 8 miliardi di Euro da realizzare entro il 2040 "ma nessun impianto è stato realizzato a causa dei complessi iter autorizzativi e della mancanza di adeguate politiche di sostegno allo sviluppo di questa tipologia di progetti" afferma il presidente Fausto Batini.
In Italia, i piani energetici nazionali non puntano su questa tecnologia mentre l'Ue sta considerando la geotermia come una tecnologia strategica per la decarbonizzazione e mira a triplicare la produzione entro il 2050.
Secondo lo studio Ambrosetti, se l'Italia riuscisse a valorizzare anche solo il 2% del potenziale presente in tutto il territorio italiano nei primi 5 km di profondità (pari a 2.900 TWh), la geotermia potrebbe contribuire al 10% della produzione elettrica prevista al 2050. A livello di energia termica (attraverso le reti di riscaldamento e le pompe di calore geotermiche) complessivamente la geotermia potrebbe contribuire al 25% dei consumi finali termici di oggi, permettendo all'Italia di ridurre del 40% gli attuali consumi finali di gas naturale.
"Le risorse geotermiche non necessitano di approvvigionamento estero, contribuendo ulteriormente a ridurre la dipendenza da Paesi terzi", ha commentato Lorenzo Tavazzi, senior partner e responsabile area scenari e intelligence di The European House - Ambrosetti. (ANSA).









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