L'ANNIVERSARIO

75 anni di storia, tanti auguri Alto Adige

Il 24 maggio del 1945 la prima edizione del nostro giornale. Da allora ci avete sempre trovato in edicola e oggi, per celebrare al meglio l'importante anniversario, con un inserto speciale in omaggio, che ripercorre la nostra storia e che vanta anche lo speciale saluto ed augurio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella 

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BOLZANO. Se si dovesse andare a cercare la carta d’identità dell’Alto Adige si scoprirebbe che il nostro giornale è nato proprio il 24 maggio. Sì, il 24 maggio di 75 anni fa. A fondare il giornale, che nasce come organo del Comitato di liberazione nazionale, in quel lontano 1945 pieno di voglia di rinascere, di ricostruire, di tornare alla piena democrazia, una democrazia che ha bisogno come l’aria di un giornale libero e autorevole, che sappia raccontare questa comunità, è un gruppo di partigiani.

Il giornale ha da subito una dimensione regionale e già nel 1946 apre la redazione di Trento: le due storiche edizioni, nel 2001, sono diventate di fatto due giornali distinti, con una specifica dimensione e, da poco più di un anno, due direttori responsabili diversi. 

Nell’ottobre 2016 il Gruppo Espresso ha ceduto l’intera sua quota di maggioranza di Seta (la società che edita il nostro giornale) al gruppo Athesia, guidato dall’onorevole Michl Ebner. Alla presidenza della Seta, oggi, c’è l’imprenditrice Ilaria Vescovi, già presidente del Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (Mart) e già presidente di Confindustria Trento.

Da quattro anni Alto Adige e Dolomiten escono dalla stessa rotativa della casa editrice Athesia, ricorda l'editore Michl Ebner nel suo saluto all'interno dell'inserto. «L'opportunità di avere un unico centro stampa, di sfruttare al meglio la logistica e di creare un'organizzazione centrale permette di liberare le risorse assolutamente necessarie per garantire anche in futuro un giornalismo locale indipendente che continui a raccontare e vivere insieme alle fedeli lettrici e lettori la storia di questa terra. Come editore e imprenditore sono convinto che la dimensione regionale del giornale abbia un potenziale che in parte è ancora da scoprire», afferma Ebner.

Come ribadisce il direttore Alberto Faustini, «oggi la convivenza faticosamente conquistata ci pare un diritto quotidiano quasi scontato, ma rileggendo il giornale di oltre cinquant'anni fa e mettendosi nei panni del lettore, possiamo davvero immaginare una situazione ben diversa. Non che oggi prevalgano le buone notizie, ma sul fronte della convivenza abbiamo fatto passi da gigante. Certo il giornale ora si occupa dell'endemico 'disagiò degli italiani, di proposte provocatorie legate ancora e sempre, ma non solo, alla toponomastica, talora tendenti ancora a rilanciare l'autodeterminazione. Ma la dinamite sembra sotterrata per sempre».

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