Televisione

Alto Adige: la figlia del carabiniere ucciso incontra l’ex terrorista

In onda il documentario sul primo incontro 56 anni dopo l’agguato alla caserma di Selva dei Mulini



BOLZANO. "Che non succeda mai più". Con questo spirito Dina Tiralongo, figlia del carabiniere Giuseppe Tiralongo ucciso nel 1964 durante un'imboscata davanti alla caserma di Selva dei Mulini, ha deciso di incontrare l'ex terrorista sudtirolese Siegfried Steger, ritenuto dalle autorità italiane uno dei responsabili del delitto.

Rai Südtirol ha trasmesso ieri sera il film sull'incontro, a 56 anni dal tragico fatto, dell'82enne con la figlia e Franca Cornallo, la vedova del carabiniere ucciso. "Voglio guardarlo negli occhi" è il titolo del documentario del giornalista bolzanino Artur Oberhofer che a breve sarà disponibile anche in lingua italiana.

Steger era uno dei cosiddetti ''bravi ragazzi della Valle Aurina'', condannato all'ergastolo, vive da molti decenni in contumacia in Austria. Steger non ammette direttamente l'agguato, ma neanche lo nega. "Non so esattamente quante persone sono morte in Val Pusteria", afferma. "Certe cose non si possono fare con i guanti bianchi". "Mi dispiace per i morti su entrambi le parti", prosegue, aggiungendo però che rifarebbe tutto: "Mentirei se dicessi che mi pento di qualcosa che ho fatto". "Se non fosse successo niente, gli italiani avrebbero ritardato ulteriormente (l'autonomia, ndr.), fino ad essere in maggioranza", ribadisce Steger.

L'incontro inizia sul portone di casa con Steger in difensiva e, con i minuti che passano, culmina in momenti di commozione su entrambi i lati. L'82enne propone una lapide "per gli italiani caduti". Dina Tiralongo chiede più volte di prendere la distanza dalla violenza. "Vorrei - risponde - che una cosa del genere non accadesse mai più. Non abbiamo bisogno della violenza". "Porto il papà nel cuore", confessa Steger, invitando infine la figlia e la vedova Tiralongo nella sua casa. 













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