Terremoto

Altoatesini, paura in Marocco: «Siamo salvi per miracolo»

Giorgio Gajer era a Marrakesh. Water Volani e Barbara Wiest ad Agadir quando si è scatenato il sisma. La comunità marocchina si sta muovendo per raccogliere aiuti. Il presidente Sekali: «Dobbiamo restare uniti»

LA TESTIMONIANZA. Giorgio Gajer racconta i momenti di terrore


Maddalena Ansaloni


BOLZANO. Notte di terrore per alcuni altoatesini che si trovavano in Marocco venerdì, quando si è scatenato il terribile terremoto che ha provocato oltre mille morti. Il presidente del Soccorso Alpino Giorgio Gajer era con la famiglia a Marrakech, a pochi chilometri dall'epicentro.

La prima scossa li ha sorpresi nel sonno. «Stavamo dormendo al quinto piano di un albergo quando, circa alle 23, è partita questa scossa violentissima», racconta (intervistato dalla Rai), «La gente scappava giù dalle scale, chi vestito e chi meno, tutti hanno cercato di abbandonare le case. Abbiamo passato la notte nel giardino dell'hotel, dormendo sulle coperte, con il terrore che ci fossero altre scosse più violente».

Walter Volani e Barbara Wiest (di Prissiano) stavano dormendo ad Agadir, quando hanno sentito la prima scossa. Poche ore prima si trovavano a soli 30 chilometri dall'epicentro. «Ieri pomeriggio (venerdì, ndr) eravamo vicini al comune di Ighil, a sud di Marrakech, l'epicentro», racconta ancora incredulo Walter Volani. Con la moglie Barbara Wiest, dipendente di Rai Südtirol, da una settimana si trovano in Marocco per un viaggio con un'auto a noleggio. «Stavamo cercando un posto per dormire lì, ma all'ultimo momento abbiamo deciso di proseguire fino ad Agadir», prosegue Volani. Una decisione che li ha allontanati di circa cento chilometri dalle zone che da lì a poche ore sarebbero state violentemente colpite dalle scosse.

La prima undici minuti dopo la mezzanotte italiana di magnitudo 6,8 - la seconda a mezzanotte e trenta di magnitudo 4,9. Più di mille le vittime e 1.200 i feriti, un drammatico bilancio destinato purtroppo a salire. «C'eravamo messi a letto da poco quando abbiamo sentito la prima scossa», prosegue Volani, «La nostra stanza era al terzo piano dell'hotel, ci siamo riparati sotto gli stipiti delle porte e abbiamo aspettato che finisse. Poi siamo scesi di corsa». Nel frattempo per le strade di Agadir si affollavano migliaia di persone in fuga dagli edifici, «Eravamo tutti spaventati. Molte persone sono rimaste in strada a dormire per tutta la notte», prosegue il racconto. Nel 1960 un terremoto aveva colpito Agadir, causando la morte di 10 mila persone. Questa volta è Marrakech la città più colpita. In rete continuano a diffondersi le immagini delle macerie. La zona intorno, con un'alta densità di villaggi, è tra le più abitate del Marocco. «Sabato prossimo dovremmo avere il volo di ritorno da Marrakech, ma al momento sembra che le strade siano tutte bloccate», prosegue Volani, «Le immagini che vediamo in rete sono strazianti. Pensare che il primo giorno del nostro viaggio abbiamo visitato Marrakech, una città bellissima, adesso distrutta».

La comunità marocchina
«Vicinanza alla popolazione del Marocco, colpita dal devastante terremoto», scrive sui social l'assessora Chiara Rabini, «Sono vicina alla comunità marocchina a Bolzano e ai loro parenti o amici in queste ore difficili».

A Bolzano la comunità conta circa 1500 persone residenti, si tratta della comunità straniera più numerosa, dopo quella albanese. «Già questa mattina presto mi sono arrivati messaggi da altri membri della comunità», spiega Abdallah Chniouli, tra i portavoce, «Ci stiamo mobilitando per raccogliere aiuti». «Siamo in contatto con il consolato per avere continui aggiornamenti sulla situazione», aggiunge Samir Zine Sekali, presidente della comunità, che conclude: «È una tragedia enorme, e dobbiamo restare uniti».













Altre notizie

Attualità