bolzano

Altri sgomberi lungo l’Isarco: sale il numero dei senza tetto

Rimossi giacigli nei pressi di via Mayr Nusser, di ponte Virgolo e del depuratore a Bolzano sud. Bozen solidale chiede le microstrutture. Andriollo: «In giunta un progetto abitativo»



BOLZANO. Ancora sgomberi, nei giorni scorsi e in quelli a venire. Tra martedì e mercoledì, il nucleo operativo di sicurezza urbana della polizia municipale è intervenuto in più aree lungo l’Isarco nei pressi di via Mayr Nusser, di ponte Virgolo e del depuratore a Bolzano sud, concordate con i Bacini montani. Tra i più attenti osservatori delle zone di Bolzano dove più spesso dorme chi non ha un tetto sopra la testa e non vuole avventurarsi in via Comini, «sempre più persone dormono fuori».

Gli agenti della municipale hanno smaltito una notevole quantità di materiale vario, compesi materassi, tende da campeggio e coperte. «Le operazioni di rimozione e smaltimento e di pulizia delle aree in questione si sono svolte senza alcun intoppo», fa sapere il Comune. Nei prossimi giorni seguiranno interventi analoghi, in particolare nelle zone di via Volta e di ponte Roma. Come sottolineano il sindaco Renzo Caramaschi e il comandante Fabrizio Piras, «si tratta di attività preventive per ripristinare in determinati siti della città le preesistenti condizioni di igiene e sicurezza pubblica e allo stesso tempo per contenere o scongiurare il possibile degrado o l’utilizzo improprio di aree pubbliche».

Il problema, nota Bozen solidale, «è la chiusura delle strutture dell’emergenza freddo di Bolzano, Appiano, Merano e Bressanone». Quindi si va dove sono i servizi: nel capoluogo. «All’ex Comini molte persone non ci vogliono andare», riprende Bozen solidale, «È su turnazione con una lista d’attesa infinita ed è una bomba sociale. Centocinquanta persone di varia estrazione sociale e nazionalità. C’è chi ha subito traumi, ci sono risse, furti e altro. Sfidiamo Caramaschi e Andriollo a passarci più di una settimana».

Bozen solidale paga affitti, fa opera di mediazione, acquista tende e sacchi a pelo. «Per chi vive fuori, sono effetti personali a pieno titolo, non vanno buttati», sottolinea l’associazione, che promuove la soluzione delle microstrutture, «Con persone stanziali, i capannoni buoni in tempi di crisi migratorie non vanno bene. Così la gente se ne va sugli argini. Quanto spende ogni anno, il Comune, per mantenere queste strutture gestite dalle grandi cooperative?»

«Tra 1,2 e 1,3 milioni di euro», risponde Juri Andriollo, l’assessore al Sociale. Cioè quattro monolocali, nel mercato bolzanino. «Giusta la proposta di Bozen solidale», prosegue Andriollo, che però ha un’altra idea. Lunedì prossimo infatti porterà in giunta un promemoria per l’adesione al progetto abitativo Lgnet3, che durerebbe 42 mesi con inizio previsto nel primo trimestre 2024. «Poi abbiamo il progetto abitativo di via Roma, che stiamo cercando di ampliare, e l’intenzione di recuperare immobili comunali per gestire il secondo livello dell’accoglienza».

Dalla Lega si leva un plauso all’iniziativa di sindaco e polizia municipale. «Bene che il Comune si sia dato una svegliata, ma chiediamo al sindaco che le operazioni in atto diventino la norma», commenta il capogruppo e segretario di sezione Roberto Selle, che torna a segnalare il «vero e proprio campeggio abusivo a ridosso del deposito della Giardineria comunale vicino a ponte Roma».

 













Altre notizie

Attualità