sanità

Assistenza domiciliare: +114% in Alto Adige, record nazionale in Trentino

Registrato un +235%. Sul podio anche Umbria (206%) e Puglia (145%). La media nazionale è del 101%



TRENTO. Nella Provincia autonoma di Trento nel 2023 si è registrato un incremento del 235% dei pazienti in assistenza domiciliare integrata. Secondo Gimbe, si tratta dell'aumento più significativo, sopra la media nazionale del 101%. In Provincia di Bolzano l'incremento è invece del 114%.

“Raggiunti gli obiettivi per l'assistenza domiciliare integrata (Adi) negli over 65 - commenta il presidente Cartabellotta - i ritardi attuali sulle scadenze nazionali non sono particolarmente critici. Tuttavia, il raggiungimento degli obiettivi nazionali sull'Adi è condizionato da rilevanti differenze regionali, conseguenti sia al "punto di partenza" delle Regioni del Mezzogiorno, sia alle loro capacità di recuperare il gap con l'avvio del Pnrr".

In particolare, il target intermedio per raggiungere l'obiettivo al 2026 di circa 1,5 milioni di over 65 in Adi, a fronte di una media nazionale del 101% che rappresenta la percentuale di incremento al 31 dicembre 2023, vede dopo il Trentino, Umbria (206%), Puglia (145%) e Toscana (144%). Risultati che compensano quelli di Sardegna (77%), Campania (62%) e, soprattutto, Sicilia che rimane fanalino di coda all'1%".

C’è stato un aumento degli over 65 da prendere in carico in assistenza domiciliare da almeno 800 mila a 842 mila e dei pazienti assistiti in telemedicina da almeno 200 mila a 300 mila. Differimenti temporali sono poi introdotti per l'attivazione delle Centrali Operative Territoriali dal 30 giugno 2024 al 31 dicembre 2024 (+ 6 mesi) e per l'installazione delle grandi apparecchiature dal 31 dicembre 2024 al 30 giugno 2026 (+ 18 mesi). "Un differimento temporale - commenta il Presidente della Fondazione Gimbe - motivato da criticità minori, quali lo smaltimento delle vecchie apparecchiature e l'adeguamento dei locali, che inevitabilmente condizionerà l'esigibilità delle prestazioni diagnostiche con apparecchiature più moderne ed efficienti, in un periodo storico caratterizzato da tempi di attesa già estremamente lunghi".

Il rispetto delle scadenze future, sottolinea ancora Cartabellotta, sarà condizionato dalle criticità di attuazione della riforma dell'assistenza territoriale nei 21 servizi sanitari regionali. In particolare, il ruolo dei medici di famiglia e la grave carenza infermieri. Su quest'ultimo punto Cartabellotta riporta tre dati: innanzitutto, nel 2021, il numero di infermieri in Italia è pari a 6,2 per 1.000 abitanti (media Ocse di 9,9), con rilevanti differenze regionali e un fabbisogno stimato da Agenas tra 19.450 a 26.850 unità. In secondo luogo, gli stipendi non adeguati, ben al di sotto della media Ocse (€ 35.030 vs € 44.250 a dicembre 2021). Inoltre, negli ultimi 20 anni il potere di acquisto dei loro stipendi si è ridotto sia nel periodo 2000-2019 (-1,5%), sia nel periodo 2019-2021 (-1%), più che in ogni altro Paese Ocse. "La Missione Salute del Pnrr - conclude Cartabellotta - è indubbiamente una grande opportunità per potenziare il Ssn, ma solo nell'ambito di un rilancio complessivo della sanità pubblica. Ovvero, non può essere la "stampella" per sostenere un Ssn claudicante".

(foto Ansa)













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