È caccia ai «prestanome» per le tombe di famiglia 

Salorno: monta la protesta dei non residenti costretti a pagare salate esumazioni «Lo spazio c’è e saremmo anche disposti a rinnovi annuali: la giunta si muova»


di Massimiliano Bona


SALORNO. Monta la protesta dei parenti di persone nate, cresciute e morte a Salorno che sono costretti a costose esumazioni (fino a 4 mila euro) se non risiedono più in paese. Criticato, in particolare, il rigido regolamento del Comune, approvato dalla vecchia giunta. Due le questioni sostanziali: il cimitero non è ancora pieno e il problema di trovare un «prestanome» (un parente in linea diretta) per salvare le tombe di famiglia. C’è chi ne fa anche una questione di sensibilità: «Il Comune - commenta una giovane parrucchiera - in questa occasione ha dimostrato di non averne proprio».

Il sindaco Lazzeri e il vicesindaco Cortella hanno promesso di portare la questione al vaglio della giunta, ma molti ex residenti non intendono aspettare le calende greche. Vorrebbero risposte immediate. «Qui - commenta un impiegato pubblico che lavora e risiede in un Comune del Trentino - non si tiene minimamente conto degli affetti: ci sono solo regole rigide e immotivate». Leggendo tra i paragrafi del contestato regolamento si scopre che una deroga al requisito della residenza dei parenti in linea diretta é prevista «solo per una serie di tombe classificate di interesse storico». Ma sono davvero delle eccezioni. Qualcuno osserva che, sull’argomento, ci sarebbero indicazioni ben diverse del Consorzio dei Comuni che alcune giunte - tra cui Salorno - sembrano ignorare.

A ben vedere, all’interno del cimitero di Salorno, ci sono ancora spazi disponibili, quindi si fatica a comprendere la rigidità del regolamento, unico nel suo genere in provincia.

«Tra l’altro - spiega la giovane parrucchiera - molti oggi optano per la cremazione e una parte significativa dei nuovi concittadini non è di fede cristiana. Non c’è davvero motivo di preoccuparsi e soprattutto di mettere dei paletti così rigidi».

La proposta più intelligente viene, forse, da un pensionato. «Io sarei disponibile anche a sottoscrivere una concessione, che si rinnovi tacitamente di anno in anno e a corrispondere un importo maggiorato rispetto a quello previsto per i residenti. In tal modo, qualora ci fosse effettivo bisogno di spazio - cosa comunque piuttosto improbabile – il Comune potrebbe reperirne rapidamente». Forse l’idea della maggiorazione per i non residenti potrebbe accontentare entrambe le parti.













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